
Lascio questo spunto breve sulla questione liberazione. La parola sacra conosce un modo tutto suo per evitare di esercitare forme di schiavitù, di mancate liberazioni, di legami che sono possessi. La parola sacra, soprattutto nella vicenda dei profeti conosce la via di un’alleanza profonda non con il potente di turno, ma con il Dio della misericordia. La fede biblica in questo senso può essere considerata un cammino di vera liberazione da ogni forma di schiavitù. Sta tutta qui la forza di un cammino di liberazione biblico, sta nella forza dell’unica alleanza che non crea schiavitù: quella con il Signore che ama l’umanità. Se invece scelgo di allearmi con il faraone, con l’imperatore di turno è chiaro che la mia via è segnata: divento sottomesso a questo potente e finirò per sottomettere qualcuno. Per farci capire bene questa faccenda il potente di turno seminava su tutto il suo territorio il suo volto raffigurato su statue e monete e ci diceva e continua a dirci che dovevamo e dobbiamo adorare quel volto. Non era e non è soltanto questione di adorazione ma anche di sottomissione e per chi non era e non è sottomesso è prevista anche la punizione. Così hanno funzionato le dittature e così continuano a funzionare: sottraendo libertà. Allearsi con il Signore vuol dire allearsi con l’unico che non sottomette, ma libera, che non punisce, ma ama. Il Dio biblico è distinto da Cesare perché Cesare non è Dio e non può mai diventarlo. Al massimo potrà conquistare il nome di idolo. Ma un idolo è da adorare, un idolo non ama, ma rende schiavo. Ho trovato scritto che un idolo è un rimpicciolimento di Dio. il Dio dell’alleanza è grande perché libera l’uomo amando l’uomo. l’idolo è piccolo perché ha bisogno di essere adorato, ma soprattutto ha bisogno rendere schiavo l’uomo perché possa essere sottomesso ai suoi piedi. Il vero tema è renderci conto quando arriva l’idolo che rende schiavo e quando invece incontro il Dio vero che mi libera e mi rende libero.