io comincio È un detto dei monaci del deserto, e in generale della vita monastica. La questione del vivere il cuore della mia vita, la disciplina della mia vita è tutta qua: si può cadere e fallire, ma l’essenziale è rialzarsi e ricominciare e in questo rialzarsi e camminare dobbiamo fuggire quella banalità dello scoraggiamento per la propria debolezza, dobbiamo fuggire l’arte del lamento sulle condizioni avverse e la cattiveria o la inadeguatezza degli altri. questo è vivere la pazienza, una pazienza operosa che ci permette di andare avanti ogni giorno un pezzettino. Ringrazio il buon Dio perché mi ha fatto provare sulla mia pelle e nel mio cuore la fatica del ricominciamento quotidiano, perché questa cosa mi ha permesso e mi permette di comprendere la fatica dei genitori a ricominciare ogni giorno, la fatica del giovane a ricominciare ogni giorno, la fatica del malato a ricominciare ogni giorno. non so bene dove trovava la forza il don Roberto per dire ogni giorno ricomincio, ogni giorno riparto dentro e con la mia malattia, ma so che ci riusciva. Devo provarci anche io: ogni giorno ricominciare. Ricominciare è un inizio di tanti inizi, è una rinascita, è una pazienza che rilancia sul giorno che inizia. Ricordo che in quel tempo dei miei lunghi pellegrinaggi a piedi, di cui magari parlerò un giorno, quando mi alzavo al mattino presto e mi dicevo devo fare 30 km a piedi e lo zaino è pesante la giornata andava tutta storta. Quando riuscivo ad iniziare la giornata con il buon umore, un po’di serenità e nessun brontolamento, allora la giornata con i suoi 30 km fila via liscia. Ogni giorno, dal mattino è inizio buono, è come un apertura alla novità e alla grazia. Poi magari gli eventi della giornata vanno per un’altra direzione e allora non ci capiamo più niente e ci sembra che non c’è niente da iniziare o ricominciare. Certo quello che mi blocca non è il ricominciare, ma la paura di non farcela, di non essere adeguato al compito di mettere al centro il vangelo