introduzione

di | 2 Gennaio 2024

Questa vuole essere solo un’introduzione. Quando si parla di introduzione si sta a dire che si vuole “introdurre” qualcosa. Non ho mai visto un’introduzione di un libro che parlava male del libro stesso. Ma a volte questo introdurre non è sempre positivo. Che cosa voglio introdurre io? Sto leggendo e in parte anche ascoltando (interessante la tecnologia dei podcast che ti permettono di ascoltare in macchina un sacco di cose interessanti) una serie di racconti. Molto belli. E mi è venuta un’idea. Perché non far parlare in prima persona prendendo spunto da personaggi vari tutte quelle riflessioni che scrivo ogni giorno? quasi dei piccoli racconti. Per me è come una sfida. Non ho mai scritto facendo parlare dei personaggi, al massimo li ho descritti. Ma accetto la sfida. Far parlare in prima persona il mio gatto faraone? Abbastanza complesso. Lui mi guarda e mi dice: lascia perdere fai già fatica a scrivere 10 righe al giorno, perché ti vuoi imbarcare in cose che non sai fare? Mica sei un romanziere, sei uno che non mette a posto nemmeno i congiuntivi. E per farmi capire bene che è meglio che non mi cimenti in questa strana impresa mi da una testata e poi si sistema bene e si addormenta ronfando un po’. Forse ha ragione il mio gatto faraone, ho un attimo di esitazione e poi dico al gatto faraone: io sono un testone, uno che non si organizza, uno che non si concentra, uno che è iperattivo (così mi dicono ultimamente) e quindi, visto che sono tutto questo rilancio la sfida e ci provo. Mi sono sempre detto che nella vita le sfide vanno raccolte e quindi ci provo. Poi magari avrà ragione il buon gatto faraone e quindi riconoscerò la mia incapacità e tornerò sui mei passi. Ma se non provo come faccio a sapere se son in grado di. Come posso sapere se sono in grado di essere un po’ monaco se non ci provo?

3 pensieri su “introduzione

  1. Stefano

    Buongiorno e Buon Anno a tutti!
    Meglio iperattivi che iperpassivi!
    Sei sempre in cammino, quindi ben venga!
    Un abbraccio.

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  2. Sabrina

    Sono felice, non ascoltare il gatto faraone, da come lo descrivi é curioso ma un po’ pigro per tentare una strada nuova, si trova troppo bene tra orto e calore di casa per avere ancora attimi di pura follia, sono i momenti più belli, la creatività non può essere tenuta in un cassetto, sarebbe inutile, andrebbe sprecata, é un dono grande e congiuntivi a parte (che non sono più di moda a scuola e nel 90 % dei libri in commercio se non corretti da un editore serio, e che cmq pochi riconoscono ancora) io sono certa che sarà una nuova avventura.
    Io ho molta creatività lasciata nel cassetto, e mi pento ogni giorno di non immaginare e impegnarmi a come utilizzarla e trasformarla. Ci vuole coraggio per cambiare, lasciare l’Abitu-dine, non l’abito, per esplorare nuovi modi e mondi, ma solo così passiamo avanti, diamo uno sguardo al futuro con più fiducia, e noi lettori siamo sempre fiduciosi di nuovi inizi.

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