Queste le è proprio viste!! Quando sono stato in Algeria sulle orme di charles de foucauld nel deserto del Hoggar le nostre guide tuareg ci hanno portato in questo luogo dove ci sono queste incisioni rupestri. Forse non sono le più famose del mondo, ma le ho bene in mente perché io quel giorno mi trovavo in un luogo spettacolare e unico. Il posto sembra un paesaggio lunare e chi ha disegnato su quelle rocce ha lasciato circa 15.000 incisioni. Le prime sono del 6.000 a. c. ,le ultime del secolo scorso. Qui hanno abitato popoli, cercando acqua e oasi, muovendosi per i commerci delle spezie con l’oriente e allevando animali. Si tratta di cicli di disegni di diverse epoche. Il più famoso di questo ciclo è quello detto delle teste rotonde, che evoca pratiche magiche e religiose. Poi ci sono i gruppi con gli animali dai bovini ai cammelli che evocano la vita quotidiana, oppure le scene dell’addomesticamento del cavallo. Ci sono scene con l’ippopotamo, qualcuno afferma che queste incisioni ci dicono che in quel deserto prima vi era acqua in abbondanza, poi avanzando il deserto tante specie di animali come l’ippopotamo sono scomparse. Ma queste sono solo notizie storiche. Che cosa mi ha colpito che oggi voglio raccontare? Mi ha colpito come prima cosa la relazione unica e profonda con l’ambiente con la natura, quei dipinti dicono che l’uomo e la natura erano una cosa sola, che uomo e natura si rispettavano. L’uomo non era predatore, ma custode e se predava era solo per necessità. Queste figure fluttuanti nell’aria mi dicono che la natura è come una cosa che porta con sé l’impronta del divino e quindi va amata profondamente. Un secondo significato lo attribuisco all’ambito religioso. Non so se quegli uomini sapevano già scrivere, ma attraverso queste incisioni di una rara bellezza volevano in qualche modo comunicare con la natura, con l’uomo, con il divino. Era il loro linguaggio, il loro alfabeto. Guardandole quelle incisioni in quel luogo desertico, lunare, solare e immenso, ho pensato che in qualche modo chi ha disegnato ha voluto parlare, narrare. Non ha pensato minimamente a disegnare opere d’arte. Voleva solo parlare con i disegni. Come fanno i bambini piccoli che non sanno ne leggere ne scrivere. È una narrazione simbolica, fantastica che parte dal quotidiano, ma arriva in cielo. Contro la nostra piatta scrittura di whatsapp, dei messaggi preconfezionati e con gli auguri in serie che cancello quasi sempre e le faccine che non capisco mai cosa sono e che cosa vogliono dire, gli uomini, detti primitivi avevano inventato un linguaggio divino per narrare la vita. forse ci pregavano anche con quelle incisioni. Io non riesco a pregare con le emoticon moderne, e noi siamo i moderni, i tecnologicamente avanzati. Interessante è dove sono collocate tali incisioni: sui luoghi di passaggio delle carovane, forse dove a volte gli uomini si fermavano per ripararsi dal caldo. Fermo per riposare l’uomo guardando quelle immagini, riceveva quasi un invito: dai leggi il naturale, il divino, l’umano che è inciso qui, dai disegna anche tu, lascia la tua impronta; prima di ripartire per il tuo viaggio, per i tuoi affari, fermati un attimo e riposa narrando. Un invito a scrivere con segni e colori semplici ma affascinanti la propria vita. niente di più fraterno di quelle incisioni, niente di più umano e divino raccontato in quelle grotte. Quell’incontro con il deserto dell’hoggar di tassil, con l’Assekrem e con le incisioni rupestri segnò non poco la mia vita. anche io vorrei avere segni, colori e non parole per raccontare l’umano e il divino. Opere d’arte di un uomo che agli albori della sua storia già sapeva meravigliarsi e raccontare. Ma l’uomo da sempre e anche oggi si porta dietro la voglia di narrare, forse oggi non ha tratti, disegni e forme belle come quelle di quegli uomini del deserto dell’hoggar di tassil, ma sicuramente vuole narrare.
Leggere le incisioni, accogliere l’invito a lasciare la propria traccia. E’ la storia della salvezza che si snoda in situazioni, luoghi e tempi differenti ma guidata dalla stessa mano buona dii Dio.
Sono molto affascinanti i dipinti e le incisioni rupestri… ci raccontano di un’infanzia dell’arte” così naturale ….semplice e al tempo stesso genuina e sana. Fa parte di un mondo lontano a cui dovremmo rivolgerci per riprendere il rispetto verso la Natura e tutto il Creato.