Vorrei sapere da te un parere caro Geremia riguardo a quei momenti in cui vacilla la speranza, in quei momenti in cui prevale l’incertezza. Io ce la metto tutta per fare in modo di riuscire a reggere il colpo rispetto a quello che sto facendo. Ma poi mi rendo conto che non ce la faccio a reggere e allora cado nell’incertezza della vita. C’è anche un mio amico che dice che sta vivendo nell’incertezza, lo ascolto, ma non ho grandi risposte visto che anche io cado nell’incertezza. Ai tuoi tempi, quando tu parlavi e pronunciavi le tue profezie c’era la guerra, la povertà, l’invasione, la carestia che rendevano incerta la vita, che la caricavano di una non speranza. Oggi le tematiche sono ancora quelle, forse sono le conseguenze che sono cambiate. Oggi è il mondo intero che è messo in pericolo. Ai tuoi tempi era solo la città di Gerusalemme in pericolo. Per l’invasione dei babilonesi, sicuramente non ci andavano di mezzo i ghiacciai. Oggi quello che succede in un angolo del mondo mette in subbuglio tutto il mondo e questa cosa ci mette addosso più paura ancora, più incertezza. Chissà se hai una parola da dire anche su questo caro Geremia. Certo le tue parole sono antiche, ma sono parole che in qualche modo risuonano anche oggi come monito di speranza. Ho trovato queste parole che mi ridanno speranza. Tu hai chiesto di rinnovare un patto di alleanza nuovo. Un patto di fiducia tra due o più entità, tra un popolo e il suo Dio. Forse per uscire dall’incertezza abbiamo bisogno di ritrovare un patto nuovo di alleanza. Dobbiamo rinnovare patti di fedeltà. Ho un’obiezione da farti caro Geremia: ma i grandi che possono cambiare le cose non cercano alleanze di questo tipo, anzi le rifuggono. Mi rispondi semplicemente così: 4Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda. Per far venire quei giorni non dobbiamo aspettare i grandi della terra, dobbiamo edificarli noi dal basso, giorno dopo giorno, con pazienza, legandoci con una corda, per salire in cordata, uniti
Siamo esseri umani e quando troviamo difficoltà dimentichiamo che la vita terrena ci dà anche giornate in cui tutto ci crolla addosso, ma dimentichiamo che il lottare quotidiano fa parte di noi e dimenticando che ci sono anche giornate che tutto va bene, dimentichiamo chi ci dà queste giornate. Ringraziamo il SIGNORE che non ci dimentica.
Il SIGNORE è buono e ci ha donato la capacità di reagire e lottare.
Antonio.