Marc Chagall scriveva: «Per me il circo è uno spettacolo magico che passa e scompare come un mondo. I clown, le cavallerizze, gli acrobati fanno parte del mio immaginario perché i loro colori e le loro maschere mi trasportano verso altre deformazioni psichiche che sogno di dipingere». Ed è questo mondo di circo, un mondo sottosopra che mi interessa oggi. Parlavo con alcune persone e mi dicevano che siamo tornati di nuovo alla fatica, alla stanchezza, allo “stress. Che siamo presi da mille problemi. Che non possiamo ad uscire da questo vortice. Il discorso mi sembrava da rassegnato. Lo so che è tutto vero, lo so che siamo ancora qui, ma non voglio cedere a questa mentalità. E allora mi sono venuti in mente i tanti quadri di Chagall che rappresentano il circo. Un mondo tutto sottosopra, capovolto. Un mondo costellato di personaggi fantastici, sereni, e tristi insieme, un mondo capovolto appunto. Dove prende corpo la pace, il ballo, la serenità, mescolata con la tristezza e la fatica. È come volare sopra il mondo, e tenerlo per un attimo tra le mani come un bene prezioso. Un attimo solo, perché poi quando atterriamo sulla terra torniamo al nostro stress. Cosa manca a questo mondo per stare su una pista da circo con la stessa gioiosità dei personaggi dipinti in questo quadro? Cosa c’è che non funziona? Ci manca di evolvere e di uscire dalle nostre paure, dai nostri dolori, ci manca di conoscere che possiamo amare, ci manca la possibilità di sognare un mondo capovolto. Ci manca un po’ di silenzio, e poi ancora di smettere di cavalcare i temporali che ci mettono paura addosso. E poi questa paura la mettiamo addosso agli altri. Ci manca acqua e pane, ci manca il sogno e il desiderio. C mancano parole vere, di un amore vero, non patinato e luccicante, un amore tosto che rende vera la vita, che non l’abbaglia e poi l’abbandona. Niente di nuovo direte voi. Ma perché se conosciamo già queste cose e sappiamo che sono vere non le afferriamo e le realizziamo? Perché ricadiamo sempre nel solito quotidiano? il circo di Chagall mi ricorda che per uscire dalla stress dobbiamo cercare altro nella vita. ci ricorda che quello che manca al mondo è il perdono. E allora usando le stesse parole di Chagall dico quasi come in una preghiera rivolta a Dio “Rivelami il mio cammino. Non vorrei essere come gli altri; io voglio vedere un mondo nuovo”. Colui che cammina è il creatore poiché il suo percorso è invenzione. Un circo, un sogno, un’ invenzione e un perdono per un mondo nuovo. Certo abbiamo bisogno di un mondo capovolto.