Una giustizia passa attraverso una punizione? Una punizione che rischia di sfiorare la vendetta? Una giustizia passa attraverso un castigo? un castigo che rischia di non avere mai la misura giusta. per chi è vittima il castigo è sempre troppo poco, per chi è reo è sempre troppo tanto. Il racconto del diluvio si può porre sotto le coordinate del castigo e della punizione. Ed un’interpretazione che ho sempre sentito e che non mi convince. Questo tipo di percorso che non condivido funziona più o meno così: errore umano, castigo di Dio e poi nuova alleanza, ma prima la punizione deve essere chiara. È una giustizia di tipo punitivo. Non c’è spazio per altro, solo dopo aver scontato tutta la pena ritorna il sereno e l’arcobaleno. Applico questo principio che, ripeto, non condivido per niente alla nostra vita. A scuola uno commette un casino, punito con sospensione e lavori socialmente utili e poi riammesso in classe. In tutte le esperienze di vita funziona questo schema. Mi sono fatto due domande: la prima, ma lo schema del diluvio, di Noè, dell’arcobaleno non è che vuole dire altro rispetto al puro e semplice castigo? e la seconda domanda: dobbiamo andare sempre a cercare una punizione esemplare? Il racconto del diluvio universale mi aiuta a comprendere che quella di Dio non è una giustizia punitiva, ma riparativa, è la giustizia riparativa di cui vado fiero perchè sono un mediatore che pratica la giustizia riparativa. Oggi voglio mettere in evidenza alcuni aspetti di come il modul -confusione – diluvio è una pratica di giustizia riparativa. Il primo punto è questo: nel racconto si riconosce che c’è qualcosa che non ha funzionato. Non si nasconde la verità di un errore, si dice che l’umanità ha sbagliato, che il mondo è stato ribaltato, che si è ritenuto giusto prendere quella strada che porta alla rovina. L’arte del mediatore non è quella di essere buono o buonista, ma è quella di essere vero. Quando incontro i ragazzi nelle scuole oso dire che lì qualcosa non ha funzionato. Il mediatore non è buono, è vero. E così è Dio. Egli non è buono, è giusto raccoglie e ridice la verità di un mondo che non funziona. Il racconto sul diluvio non castiga ma nemmeno è buono perché decide di salvare Noè con la sua famiglia e con tutte le coppie di animali. Il racconto è vero, fa emergere il conflitto, il male. In questo senso la parola sacra è giusta, perché fa emergere la verità del bene e del male, fa emergere il conflitto. Il racconto è proprio una narrazione del mondo così come era al tempo di Noè. Se penso alla chiesa non dobbiamo essere buoni e nascondere le sue vicende che non sono in linea con il vangelo; ma nemmeno dobbiamo essere castigatori e punitori della chiesa per il male che ha fatto. Dobbiamo essere veri e nella verità si esercita la pienezza della giustizia. Volevo sottolineare un altro punto di questo racconto di Noè come di un percorso di giustizia riparativa, ma vedremo domani.