giovedì 7 marzo

di | 6 Marzo 2019

la lettricesalmo 6

Titolo: INZUPPATO DI LACRIME È IL MIO GIACIGLIO

Sottotitolo

Se riusciste a cantare, o disperati!
Anche il pianto più nero
si muterà in luminosa rugiada.

Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull’ottava. Salmo. Di Davide.

2 Signore, non punirmi nella tua ira,
non castigarmi nel tuo furore.

3 Pietà di me, Signore, sono sfinito;
guariscimi, Signore: tremano le mie ossa.

4 Trema tutta l’anima mia.
Ma tu, Signore, fino a quando?

5 Ritorna, Signore, libera la mia vita,
salvami per la tua misericordia.

6 Nessuno tra i morti ti ricorda.
Chi negli inferi canta le tue lodi?

7 Sono stremato dai miei lamenti,
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio,
bagno di lacrime il mio letto.

8 I miei occhi nel dolore si consumano,
invecchiano fra tante mie afflizioni.

9 Via da me, voi tutti che fate il male:
il Signore ascolta la voce del mio pianto.

10 Il Signore ascolta la mia supplica,
il Signore accoglie la mia preghiera.

11 Si vergognino e tremino molto tutti i miei nemici,
tornino indietro e si vergognino all’istante.

 

Commento

 

È la preghiera di un malato. E parte con quel pietà di me, sono sfinito. Quel pietà di me non è l’invocazione di perdono per i peccati, ma l’invocazione di chi non ce la fa più a causa della sua condizione di sofferenza. Possiamo anche dire «Più non resisto!»: è questa la supplica drammatica di un malato che sente nello sfacelo fisico ramificarsi la forza gelida della Morte. E, nell’ancora in una visione di ombre dell’oltrevita che Israele ha, il regno dei morti è un’area di silenzio da cui Dio è assente . israele non contempla il paradiso.  La domanda intensa della vita che il malato lancia a Dio è, quindi, qualcosa di più di una semplice richiesta di guarigione. E il desiderio di ritrovare la vita e l’intimità col Dio che ora sembra ostile: è per questo che la tradizione cristiana ha messo questo salmo in apertura ai Sette salmi penitenziali (Salmi 6; 32; 38; 51; 102; 130; 143). Il dolore in questa luce è segno di ciò che non è Dio, cioè del peccato. Ma, come sempre nelle suppliche bibliche, l’ultima è sempre una parola di speranza e di vita: «Il Signore ha udito il mio pianto.

Preghiamo

Preghiamo per tutti i malati.

3 pensieri su “giovedì 7 marzo

  1. sr rita

    Se riusciste a cantare, o disperati!
    Anche il pianto più nero
    si muterà in luminosa rugiada.
    Riuscire a far cantare i disperati…Una bella sfida e una promessa che solo Dio può fare e realizzare. Preghiamo perché, nel nostro piccolo, possiamo liberare qualche parola di canto nel cuore di chi soffre. un canto di invocazione, di supplica, di speranza.
    Ricordo i miei nipoti gemelli nel loro compleanno.

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  2. sr Alida

    Abbi pietà ,Signore,guariscimi libera la mia vita , in questo grido tutti i gridi della terra..Perchè ogni grido sia desiderio di rinnovare ritrovare la relazione con Dio……….. Preghiamo per tutti gli ammalati..per i nipoti di sr Ritafranca

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  3. Elena

    Ho visto persone adulte piangere, gridare e poi dondolarsi, cullarsi in un lamento che diventa canto di dolore. Quasi Tu, Signore, li tenessi in braccio e li consolassi. Quando.il dolore diventa canto, forse ci hai già presi fra le braccia e ci culli, Signore. Sei con noi..Così sia… Prego per gli ammalati nel corpo e nell’anima e per i nipoti di sr Rita. Una preghiera per mia cognata, operata da un tumore e per la sua famiglia.

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