giovedì 5 luglio

di | 4 Luglio 2018

1 corinti 1 Cor 1,10-16                                              

10 Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d’intenti. 11 Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. 12 Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «E io di Cefa», «E io di Cristo!». 13 Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? 14 Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio, 15 perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. 16 Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno.

Commento

ieri non ho scritto niente perchè ero via con i ragazzi del cre di Berbenno. oggi riprendiamo. Abbiamo detto nell’introduzione come Paolo deve affrontare una situazione di una comunità profondamente divisa al suo interno. Ci sono questi falsi predicatori o missionari di cui sentiamo oggi i nomi che mettono zizzania nella comunità e questo da molto fastidio a Paolo. Questi personaggi fanno riferimento al fatto che ognuno è libero di scegliere la strada e la persona che meglio crede. Quindi posso seguire Apollo, Cefa, Paolo e via dicendo. In realtà Paolo ci dice che questa non è vera libertà, ma semplice stare al servizio e soggiogato a tali personaggi carismatici. Insomma la vera libertà non è seguire quello che si vuole, ma scegliere il vero bene. Paolo rivendica l’unica appartenenza che libera, l’unica appartenenza che unisce, che fa comunione, che è Gesù. “E io di Cristo”, dice l’Apostolo, come contrapponendosi a divisioni non giuste e non vere. Ed ecco allora una nuova affermazione sorprendente. La comunione fraterna non ha la sua fonte e la sua garanzia privilegiata nei segni sacramentali, ma nella predicazione del Vangelo. Il battesimo, come evento e come rito, potrebbe essere in tale senso principio di equivoci e, appunto di divisioni. Per questo egli ringrazia Dio per il fatto di aver battezzato pochissime persone, in maniera che non ci sia chi possa dire di essere stato battezzato nel suo nome. Non che il battesimo sia in sé un pericolo di divisione, ma le divisioni che nascono dal cuore stesso dell’uomo potrebbero trovare nell’atto del battesimo un’occasione e una scusa per giustificare le divisioni interne alla comunità credente. Insomma Paolo ribadisce l’unità attorno alla Parola e attorno a Gesù Cristo. È un monito molto importante anche per noi oggi che vogliamo troppe volte seguire non il Vangelo, ma che quello che sentimentalmente ci prende di più.

Preghiamo

Preghiamo per Emanuele che ci ha lasciato oggi

3 pensieri su “giovedì 5 luglio

  1. srAlida

    unanimi nel parlare in unione di pensieri e sentimenti….non è cosa facile.. Appartenere al
    Signore…. vera libertà…Che il signore conduca il nostro cammino …..Unisco la preghiera di cuore per Emanuele eper la mamma di Teresa che ci han lasciato ,oggi .

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  2. sr Rita

    L’esortazione di Paolo all’unione fraterna e alla libertà davanti a Dio è un dono anche per i nostri giorni. Succede che a volte ci riconosciamo nelle appartenenze: cattolico, religioso, prete, laico impegnato, appartenente al gruppo dei carismatici, dei neocatecumenali, dell’opus Dei…e così via. A volte queste appartenenze creano divisione e giudizi non proprio cristiani. L’appartenenza che ci qualifica è quella alla persona di Gesù, nostro Signore e liberatore. Ci perdoni il Signore per il triste spettacolo delle separazioni.

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  3. . Elena

    Allora come oggi, le parole e le appartenze spesso ci separano, creando tensioni, giochi di potere, senso di superiorità…. Il messaggio di Paolo, invece è chiarissimo, apparteniamo a Gesù, scegliamo di conoscerne ed approfondirne il Vangelo e come non sentirsi sempre più piccoli ed umili in questo cammino di conoscenza e di appartenenza? Come non sentire la comunità come un’unica famiglia? E la nostra stessa umanità come qualcosa che ci rende tutti ugualmente piccoli e fragili davanti all’unico Dio e Signore?
    Eppure….oggi, come allora si discute tanto, ci si fa guerra, di fatto o di concetto e ci sente più o meno privilegiati. Ma l’amore di Dio è uno, per tutti, abbastanza grande per contenerci e contemplarci tutti….
    Preghiamo per chi è tornato nelle braccia del Padre e per le famiglie che vivono giorni di lutto e dolore. Preghiamo per una fede più limpida e fiduciosa.

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