giovedì 31 agosto

di | 30 Agosto 2017
abramo

Icona con il volto di Abramo

 genesi 22,1-14                                                         

1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6 Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt’e due insieme. 7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». 8 Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt’e due insieme; 9 così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11 Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 12 L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». 13 Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. 14 Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede».

Commento

Quante cose complicate si dicono di questo testo! Dio non vuole dolore, sacrificio o altro simile. E allora il significato del sacrificio di Isacco va cercato in altro. Tra l’altro il racconto è costruito in maniera sublime. Il testo ebraico parla di slegatura e di legatura. Slegatura di Isacco e legatura di Isacco. Per slegatura di Isacco io intendo la possibilità e la necessità che Abramo ha di lasciare andare il suo unico figlio. Il cammino nel deserto, i gesti di Abramo con il figlio, le parole del figlio, sono tutti segni di questo percorso di libertà. Se Abramo vuole essere padre di una moltitudine di figli numerosi come le stelle del cielo, lui deve slegare suo figlio, lui deve lasciare andare suo figlio. Compito vero e drammatico di ogni genitore che in alcuni casi assume il volto di un sacrificio del figlio nel senso che questa slegatura è sacrificale. E poi c’è la legatura. Abramo lega il figlio lo pone sull’altare per il sacrificio. E qui Dio interviene. A chi rimarrà legato per sempre Isacco? Chi provvederà d’ ora in avanti alla vita di quel figlio: dio che provvede. Isacco rimarrà nella carne per sempre legato al padre Abramo, ma sarà legato per sempre a colui che è padre provvidente per sempre: al Signore, a Dio Padre. Credo, per concludere, che dentro questo racconto è narrato il senso di ogni genitorialità: la consegna del figlio alla vita e a Dio. è vero però che tutto questo a volte conosce il tono del sacrificio e allora meglio non consegnare e tenere legato a se il figlio

Preghiamo per tutti i genitori

6 pensieri su “giovedì 31 agosto

  1. sr Rita

    Abramo ascolta la voce di Dio, obbedisce e va. Dice che dopo essersi prostrati torneranno. Ma se va per sacrificare ii figlio? Abramo crede che il figlio non morrà o credo che in Dio il figlio continuerà a stare con lui? Bello l commento sulla legatura e slegatura. I rapporti sono legami che si chiudono e si aprono in base alla libertà con cui si vivono. Certo, un rapporto che fa riferimento a Dio,cammina sulle strade della libertà. Che tutti, genitori e non, impariamo a vivere relazioni libere che sono le più vere e durature.

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  2. sr Alida

    Il tuo unico figlio …OFFRILO in olocausto …Padre mio ..Figlio mio ..Dio provvede .
    Penso al cuore di Abramo e al cuore del figlio che si domanda ..in questo loro salire insieme .in tutti passi e gesti per l’offerta ..E mi chiedo :Che cosa ho di unico da OFFRIRE al Signore .?.E vedo le mie resistenze …..Dio , provvede…E’ il cuore che deve essere libero ,nelle relazioni, nei gesti …..E’ il cuore che deve sapere che Dio è provvidente ..Grazie don Sandro è interessante la riflessione sulla legatura e slegatura ….
    Conduci ,Signore il nostro cammino con la fiducia in Te ,che sei Padre e conosci il nostro vero bene …Mi unisco alla preghiera per tutti i genitori ..

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  3. . Elena

    Ringrazio oggi in modo speciale il Dio della Provvidenza e della misericordiosa pietà. Beato chi confida in Lui….
    Chiedo una preghiera per mio fratello Renato, molto ammalato da tempo, solo il Signore può guidare i nostri passi perché ci si prenda cura di lui in maniera corretta ed adeguata. Preghiamo per ogni genitore e per ogni legame umano, affinché possiamo lasciare libero chi amiamo, affidandolo al Signore che provvede!

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  4. Silvia

    Non si commenta mai il punto di vista del figlio. Chissà come se sarà sentito e se avrà mai capito il senso del sacrificio a cui stava per essere sottoposto.

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  5. stefania

    “Dio stesso provvede… Il Signore provvederà…”
    Quante volte davanti alle scelte dei miei figli ho la pretesa di indirizzare, gestire, controllare…
    E la presunzione di poter risolvere tutto…
    Che io possa imparare ad affidarmi, come Abramo, alla certezza di un disegno più grande che a volte può non corrispondere al mio con la stessa fiducia di questo grande uomo.

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  6. martino

    Questo testo tremendo e bellissimo mi ricorda quattro cose: Kierkegaard letto a vent’anni, con le lacrime agli occhi,; Neher letto e tradotto, quando parla della aqedà di Israele e il silenzio di Dio come martirio estremo; mio figlio legato e slegato in continuazione, forse per sempre; un graphic novel di Craig Thompson, intitolato “Habibi”, che si confronta con grande coraggio con il mondo islamico e con la sua versione, molto interessante, del racconto di Isacco/Ismaele. Grazie don Sandro per l’occasione di questi ricordi.

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