Giovedì 30 agosto ’18 – 1 Cor 15,29-34
29 Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro? 30 E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente? 31 Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore! 32 Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Efeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo. 33 Non lasciatevi ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi». 34 Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.
Commento
Ieri concludevo dicendo che il luogo e il modo della resurrezione è la carità, l’amore. Le parole di oggi ne sono una conferma. l’oggetto privilegiato di tutta la Lettera è il tema dell’Amore, e quindi questo cap. 15, pur rispondendo a questioni che forse gli sono arrivate dai Corinti, vuole confermare che l’Amore, a motivo della risurrezione, è più forte anche della morte, come si dirà con forza anche alla fine di questo capitolo. Paolo evoca la sua vita tutta esposta e spesa per il bene dei suoi fratelli, sino a poter dire: “Ogni giorno io affronto la morte…”. Proclama così la bellezza e la verità di una vita interamente offerta proprio perché il suo esito finale è la risurrezione come piena rivelazione e fruizione dell’Amore. Citando Isaia l’Apostolo ricorda il triste cinismo che deve scaturire da chi non conosce il Signore, e peraltro non si lascia ingannare da falsi idoli, e quindi non può che concludere in una sapienza mondana che, posta davanti all’inevitabile della morte, suggerisce di godere senza scrupoli della vita prigioniera della sua fine negativa. Anche noi sappiamo bene come è facile che “le cattive compagnie”, che sono tutto quello che ogni giorno ci accompagna e tende ad invaderci sia interiormente sia dall’esterno, facilmente ci trascinino nel pensiero dell’inevitabile morte e quindi ci suggeriscano che non vale la pena vivere nella ricerca del bene. Noi sappiamo bene invece come la via della vita, della resurrezione e della vita eterna passa attraverso una vita vissuta in carità e amore.
Preghiamo per don Michele
Una vita interamente offerta ,in amore, nella ricerca del bene ,porta al pensiero della Resurrezione conducici Signore in questo cammino di ricerca del bene ,niente ci può separare dal Tuo amore,che ci lasciamo amare e vivere dalla Tua presenza …Preghiamo per don Michele e per l’umanità sofferente.
Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore.
Se ciascuno di noi, discepoli di Gesù, potessimo dire così alle persone cui annunciamo il Vangelo con le parole le opere di carità….
Condivido molti pensieri già espressi (arrivo sempre dopo con la meditazione!) e penso anche che una vita vissuta e spesa con amore già sia piena di gioia e di bellezza, anche se faticosa. Non basta a se stessa, chiaramente, senza uno sguardo verso l’alto, ma già vale proprio la pena di viverla! Credo occorrano discernimento e sapienza per vivere qui e ora, e per scegliere di vivere sprecando o valorizzando tutto ciò che il Signore ci ha donato! Unisco la mia preghiera alle comuni intenzioni. Una preghiera particolare per papa Francesco.