Esodo 23,1-19
1 Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un’ingiustizia. 2 Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia.
3 Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo.
4 Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre. 5 Quando vedrai l’asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo a se stesso: mettiti con lui ad aiutarlo.
6 Non farai deviare il giudizio del povero, che si rivolge a te nel suo processo.
7 Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l’innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole.
8 Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e perverte anche le parole dei giusti.
9 Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri nel paese d’Egitto.
10 Per sei anni seminerai la tua terra e ne raccoglierai il prodotto, 11 ma nel settimo anno non la sfrutterai e la lascerai incolta: ne mangeranno gli indigenti del tuo popolo e ciò che lasceranno sarà divorato dalle bestie della campagna. Così farai per la tua vigna e per il tuo oliveto.
12 Per sei giorni farai i tuoi lavori, ma nel settimo giorno farai riposo, perché possano goder quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero.
13 Farete attenzione a quanto vi ho detto: non pronunciate il nome di altri dèi; non si senta sulla tua bocca!
14 Tre volte all’anno farai festa in mio onore:
15 Osserverai la festa degli azzimi: mangerai azzimi durante sette giorni, come ti ho ordinato, nella ricorrenza del mese di Abib, perché in esso sei uscito dall’Egitto.
Non si dovrà comparire davanti a me a mani vuote.
16 Osserverai la festa della mietitura, delle primizie dei tuoi lavori, di ciò che semini nel campo; la festa del raccolto, al termine dell’anno, quando raccoglierai il frutto dei tuoi lavori nei campi.
17 Tre volte all’anno ogni tuo maschio comparirà alla presenza del Signore Dio.
18 Non offrirai con pane lievitato il sangue del sacrificio in mio onore e il grasso della vittima per la mia festa non starà fino al mattino.
19 Il meglio delle primizie del tuo suolo lo porterai alla casa del Signore, tuo Dio.
Non farai cuocere un capretto nel latte di sua madre.
Commento
Siamo ad una delle regole cardini su cui è costruito questo codice di alleanza o codice di santità. In mezzo a tante norme ne spunta una che dovremmo riprendere in mano anche noi: 10 Per sei anni seminerai la tua terra e ne raccoglierai il prodotto, 11 ma nel settimo anno non la sfrutterai e la lascerai incolta e poi anche la norma circa il giorno del riposo: sei giorni lavorerai il settimo riposerai. È il grande tema del riposo della terra e del riposo dell’uomo. La bibbia ha tradotto quella che noi chiamiamo economia del dono e non del profitto con questa regola: la terra ha diritto a riposare, l’uomo ha diritto a riposare. Non siamo noi i padroni del mondo. Lo abitiamo, ci ama, ci nutre e ci fa vivere, ma siamo suoi ospiti e pellegrini, abitanti e possessori di una terra tutta nostra e tutta straniera, dove ci sentiamo a casa e viandanti. La terra è sempre terra promessa, mèta di fronte a noi e mai raggiunta. E lo è anche la terra su cui abbiamo costruito la nostra casa, quella del nostro quartiere, quella dove cresce il grano del nostro campo. Non si tratta qui solo di una saggezza contadina che sa utilizzare al meglio la terra, ma, indicando il riposo anche per il creato e per l’uomo, la parola sacra dichiara che tutto il creato, anche lo schiavo è come soggetto a questa legge del riposo che costruisce fraternità.
Preghiamo
Preghiamo perché la guerra possa trovare un attimo di tregua e di pace.
Ospiti e pellegrini, abitanti e viandanti…. Vedere il nostro vivere come cammino…. Che ricevono il dono del riposo, per ritemprare il corpo ma anche l’anima…. Dove non manca il Suo amore provvidenze di padre. Signore spezza cio’che ostacola la pace nel mondo intero.
Il settimo anno, riposo. Il settimo giorno, riposo. La vita con ritmi generosi verso se stessa. Lo dobbiamo al Signore, lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo al creato per dire grazie. Grazie per ogni giorno, mese o anno ricevuto. Grazie per ogni pezzo di pane mangiato. Grazie per ogni frutto raccolto. Grazie per ogni persona incontrata lungo il nostro cammino di “ospiti”, viandanti, pellegrini, migranti, passeggeri sempre e comunque. Un tempo per il riposo e per la gratitudine…
Mi unisco con la preghiera per la pace, perché anche tra i potenti ci sia un …settimo giorno.