siracide 20,1-13
1 C’è un rimprovero che è fuori tempo,
c’è chi tace ed è prudente.
2Quanto è meglio rimproverare che covare l’ira!
3Chi si confessa colpevole evita l’umiliazione.
4Come un eunuco che vuol deflorare una ragazza,
così chi vuole fare giustizia con la violenza.
5C’è chi tace ed è ritenuto saggio,
e chi è riprovato per la troppa loquacità.
6C’è chi tace, perché non sa che cosa rispondere,
e c’è chi tace, perché conosce il momento opportuno.
7L’uomo saggio sta zitto fino al momento opportuno,
il millantatore e lo stolto non ne tengono conto.
8Chi esagera nel parlare si renderà riprovevole,
chi vuole imporsi a tutti i costi sarà detestato.
Com’è bello quando chi è biasimato mostra pentimento,
perché così tu sfuggirai a un peccato volontario.
9Nelle disgrazie qualcuno può trovare un vantaggio,
ma c’è un profitto che si può cambiare in perdita.
10C’è una generosità che non ti arreca vantaggi
e c’è una generosità che rende il doppio.
11C’è un’umiliazione che viene dalla gloria
e c’è chi dall’abbattimento alza la testa.
12C’è chi compra molte cose con poco
e chi le paga sette volte il loro valore.
13Il saggio si rende amabile con le sue parole,
ma le cortesie degli stolti sono sciupate.
Commento
Siamo sempre nel campo della riflessione sull’esistenza. In particolare su aspetti concreti della convivenza. Sembra quasi che Siracide è come preso della necessità di battere continuamente su questo argomento. Sappiamo bene quanto sono fondamentali queste questioni sul modo di pensare e praticare le relazioni. Penso che anche noi non ci stancheremo mai di insistere su questa questione. In particolare oggi si dice che è meglio un rimprovero di un silenzio, ma che il rimprovero sia fatto nel modo e nel tempo opportuno e possa essere percepito dall’altro come segno di bontà e di amorevolezza. Il silenzio invece è da praticare quando non si conosce la risposta. Mi sembra che anche qui abbiamo da imparare. Noi che parliamo perché sappiamo tutto. Ed infine le relazioni sono segnate anche dalla generosità, e non dalla gloria personale, dal dono piuttosto che da vantaggi personali. Potremmo concludere così: suggerimenti quotidiani per rendere belle le relazioni tra le persone.
Preghiamo
Preghiamo per tutti gli insegnanti
Tutti i consigli di Siracide appartengono anche alla sapienza popolare che i nostri nonni – per me anche i miei genitori – hanno trasmesso come una sicura eredità. Mi pare di sentire i consigli, i rimproveri, gli incoraggiamenti di mia mamma e, anche se in qualche momento mi sono sembrati eccessivi, rimangono in me come un dono pedagogico di cui ringrazio. In fondo ci viene chiesto di essere semplicemente noi stessi, senza presumere di superare gli altri né cadere nella bassa stima di sé. Quello che siamo davanti a Dio e alla nostra coscienza ci rende amabili, accettabili, capaci di interagire con gli altri in maniera paritaria e libera.
Preghiamo per i genitori, gli educatori e i formatori dei seminari e delle case religiose: educhino alla libertà di volersi bene per quello che ciascuno è.
Condividendo e ringraziando per i significativi e profondi commenti a questa Parola del Siracide…penso come sarebbe propizio vivere così :per ogni cosa modo e tempo opportuno ,sopratutto nel parlare o nel tacere..Per essere quello che siamo umilmente davanti a Dio accanto agli altri ….Far memoria di questi suggerimenti quotidiani per vivere bene le relazioni tra le persone…Prego con voi per gli educatori ,genitori ,formatori insegnanti ,catechisti ,nell’arte non facile di educarci ed educare.
E’ un tema ricorrente, quello dell’uso della parola giusta detta al momento opportuno.Allora penso che sia davvero una chiave per aprire le porte alle relazioni che funzionano e a quelle che possono migliorare. E’ qualcosa di troppo importante che, davvero, i nostri saggi hanno compreso e su cui ci hanno sempre fatto riflettere.
Penso a quanto i nostri bambini, ancora piccoli, usino parole inadeguate e fuori contesto, ma già aggressive e offensive, gratuite. Penso al ruolo dei genitori e di noi educatori e prego per tutti noi, insieme a voi. Perchè possiamo conseguire un po’ più di giuste parole e di migliori relazioni, per noi stessi e per il nostro prossimo.