I ragazzi sono sempre unici e fantastici. Questo lo devo premettere a tutti i discorsi che posso fare su di loro. Poi possono essere indecisi, impauriti, con mille questioni dentro. Ma se guardo la mia vita a volte è indecisa, impaurita, con mille questioni dentro. Loro ci stanno dicendo che qualcosa non sta funzionando. Non li ritengo lazzaroni, questo modo di dire lo ritengo un luogo comune, come tanti altri che si dicono sui giovani. Magari hanno solo bisogno di un gesto di fiducia, di attenzione, di vicinanza. Scrivo questo perché troppe volte ho sentito dire del mondo dei giovani come di un mondo che non sa dove sbattere la testa. Sono abbastanza convinto che oggi c’è una rinascita del protagonismo giovanile. Certo sembra tutto sotto traccia e quando questo emerge alla fine viene condannato e punito. Penso a «Fridays for future» alle giovani iraniane e afgane, a «Economy of Francesco», fino ai giovani di «Ultima generazione», che imbrattano con vernice lavabile quadri e palazzi per ricordare che i potenti hanno imbrattato, con vernice indelebile, il pianeta e il loro futuro. Giovani meravigliosi, che ci stanno salvando, eppure non vogliamo prenderli abbastanza sul serio. Perché la nostra cultura capitalistica ama la giovinezza, ma ama poco i giovani. Il nostro mondo la nostra società non ama i giovani. Lo si vede nella scuola, lo si vede nel lavoro, nella chiesa. Forse non dobbiamo inventare la vita del giovane, forse non dobbiamo inventare la vita e il mondo per i giovani. Forse non dobbiamo pensare a costruire un mondo che poi diciamo di consegnare ai giovani e in realtà, con la scusa che i giovani non sono in grado di gestire, teniamo ancora tra le nostre mani. Forse il vero tema è un altro. forse da reinventare non è il mondo dei giovani, ma quello dell’adulto. La gioventù è bella ma se non finisce per entrare nel mondo dell’adulto non accede alla vita di responsabilità. Mi sembra necessario quindi non solo prendere in mano la vita del giovane, ma soprattutto quella dell’adulto. Perché solo nell’adultità della vita si arriva alla responsabilità fedele della vita. il giovane costruisce questa responsabilità, l’adulto la vive. E questo oggi ci manca: adulti responsabili della vita e del mondo