È una foto di Ami Vitale che si intitola storie che fanno la differenza, presentata al festival della fotografia etica a Lodi. Questa foto mi fa pensare ad un argomento che in questi giorni ho sentito nominare di frequente. L’argomento è il futuro. anche io ci sto pensando molto. Quanti mi hanno chiesto come sarà il futuro? e io rispondevo non lo so. La stessa domanda l’ho posta anche io a tante persone e, a parte qualcuno dalla visione tragica o apocalittica e quindi da fine del mondo, in genere le risposte che mi sono arrivate sono state non lo so. È vero non so il futuro, non lo conosco. Non so dire se e come riprenderanno le scuole. Non so dire del lavoro. Non so dire del futuro della chiesa. Chi di voi sa qualcosa sul futuro quello prossimo e quello lontano si faccia avanti e scriva. Mi colpisce questa mancanza di senso del futuro. non riusciamo più a farci un’idea su che cosa ci attende. Anche se abbiamo scienza e tecnologia super avanzate, non sappiamo come uscire dalla nostra incertezza. E se il futuro è avvolto di incertezza facciamo anche fatica ad immaginare obiettivi per il futuro. sembra tutto bloccato. È come guardare un cielo di notte e vedere solo piccoli segni luminosi lontani, e insieme pensare che l’uomo è stanco di guardare questi piccoli segni luminosi. Forse aspettiamo l’aurora di un giorno nuovo, ma siamo quasi certi che in questo giorno nuovo non succederà niente di nuovo. Forse la domanda di questi mesi per molti non è più, da dove ricominciare, ma, vale la pena che ricominci il giorno? Questa foto mi dice che ci può essere anche un’altra prospettiva. Che si può sperare in qualcosa di nuovo. Nel mezzo del deserto ci sono tre cose che mi colpiscono. E che mi fanno sperare. Attenzione, in questa foto non viene detto come sarà il futuro. almeno io non ce lo vedo, e nemmeno ho in mano il segreto del futuro. La prima cosa che mi colpisce è che lì è raffigurata una donna. Il futuro è donna forse. Il futuro è madre e figlio, e padre che amano la vita. il futuro è terra, ma terra è femminile ancora. il futuro non è deserto che è maschile, ma luce che è femminile. La foto è quasi un elogio al femminile. La seconda cosa che mi colpisce è il colore del vestito. In mezzo al deserto emergono in tutta la loro forza e prepotenza i colori del vestito. Il futuro non ha bisogno di bianco o nero, ma di colori mischiati. Il futuro ha bisogno non di un colore, di una razza, di una religione, ma di un mescolamento armonico di tutti i colori; un meticciato, direbbe qualcuno. Rimescolare la mappa dei colori per vedere un futuro. E per finire ci intravedo un movimento vitale. il vestito è come mosso da un vento leggero, soffio di vita. Questa donna si muove ed è viva nei suoi movimenti. Noi ci muoviamo un sacco, ma quanto di questi movimenti sono soffio di vita, sono energia per la vita? Dovremmo imparare a muoverci generando vita ad ogni passo. Questo è il futuro che fa la differenza. Quando guardo le stelle io ci vedo il colore, la vita, la luce, il movimento. Il tutto si fa corpo nella donna che genera la vita futura. non so come sarà il futuro ma so che dovrà essere energia buona e vitale.
Il futuro sarà la somma di ogni nostro oggi ed allora io prego e spero che l’oggi sia sguardo amorevole, sorriso gioioso, abbraccio compassionevole…energia spesa per la vita ed in favore della vita, di tutti e di ciascuno, senza distinzione alcuna. Energia rinnovabile perché c’è Qualcuno di Buono che ci nutre, ci ascolta, ci perdona e ci ama follemente, donando al mondo ogni bene. A volte siamo noi ciechi e sordi che non lo percepiamo ed è allora che dobbiamo chiedere aiuto al Signore e Lui ce lo da.
Grazie don Sandro, le tue riflessioni mi piacciono molto perché partono dal concreto e senza troppo nominare Dio ci porti comunque a Lui.