Come in un fermo immagine. Così mi si presenta stamattina l’orto. Arrivo, e faccio due passi vicino all’orto. Mi viene incontro il gatto faraone, dallo sguardo deve aver fatto la sua notte in giro. Si farà una grande dormita per tutto il giorno. qualcuno mi ha proposto di mettere una specie di telecamera al gatto per vedere cosa fa di notte. Ho risposto: almeno il gatto lascialo libero di fare quello che vuole. Dal mio solito muretto vedo il panorama molto lontano. Si intravede un po’ di nascosto anche Mapello. E mi vengono mille pensieri. Ma intanto lasciamoli lì i pensieri su Mapello, Ambivere e Valtrighe. È come un fermo immagine il panorama. Silenzio, immobilità, un po’ di sole, i sandali e i piedi bagnati per l’umidità che sta nell’erba. Fermo immagine. I collegamenti nella testa vengono così un po’ per caso, un po’ perché cercati, un po’ perché nascono nel cuore. Fa bene fermarsi un attimo ad ammirare questo fermo immagine dell’orto e del paesaggio che sta davanti a me. ed ecco il collegamento, un po’ cercato, un po’ nato per caso: e Dio creo l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò. Nella parola sacra si dice che Dio non ha immagine, che l’uomo non può fabbricarsi un qualcosa che è immagine di Dio. Ma allora se Dio non ha immagine come può l’uomo essere immagine di Dio? Il fermo immagine dell’orto mi ha portato lontano, forse era meglio stare fermo sull’orto e il panorama. Ma ormai ci sono e quindi andiamo avanti. L’uomo è già lì. il racconto della creazione dice il perché l’uomo è creato, non come è creato. L’uomo contemporaneo è frutto di una lunga storia di cultura, di evoluzione, di una terra che ha modellato l’umanità, di una storia che ha configurato l’uomo e la donna. E questa lunga storia è segnata da cadute, riprese, ricadute e riprese. L’uomo si è costruito così, nei secoli, dentro una storia, con cadute e risalite. È diventata così creatura che sta in piedi, creatura che può rinascere ogni volta, che dopo ogni crisi può diventare creatura nuova. E allora l’immagine di Dio, questo fermo immagine, ci dice che cosa è questo uomo sapiens: votato al fare, al costruire, a progettare, ad amare, come Dio che ha creato, pensato, amato sofferto. C’è un piccolo particolare: che l’uomo è fragile e di questa immagine di Dio ne percepisce solo un piccolo segno. L’immagine di Dio perfetta nell’amore, rimane lì, come il fermo immagine del mio orto e l’uomo impara ad essere uomo da questo fermo immagine che è l’amore Dio.