Oggi ho tolto un po’ di erbacce dall’orto. Premessa che è una fatica inutile perché nel giro di qualche giorno ricompaiono. Però ho scoperto l’aglio orsino, il trifoglio, la piantaggine e altre piante di cui non conosco il nome. Per me sono tutte erbacce che entrano in competizione con gli ortaggi e quindi le tolgo. Eppure so che hanno una loro utilità perché favoriscono la biodiversità. Nell’ agricoltura sinergica le erbacce non si tolgono il termine tecnico è: non lavorazione del terreno. Un anno all’agro il mitico Walter ha fatto l’esperimento di lasciar crescere tutto insieme, di non lavorare la terra. Io alla fine non ci capivo più niente di quell’orto e il buon Walter insieme al Curzio si sono decisi per una bella pulizia estiva dell’orto. Qualcuno dice che bisogna togliere le erbacce solo attorno alla piantina e lasciare le altre, per favorire lo scambio di elementi che nutrono la pianta e la terra. Siccome conosco la fatica di questa operazione io sono per lo sradicamento generale delle erbacce. Ed è qui che mi interessa arrivare. La vita a volte ci dice che serve uno sradicamento generale e drastico. il problema è che questo sradicamento lo vediamo bene sugli altri e non su di noi, sradichiamo la terra, sradichiamo popoli dalle loro case, sradichiamo vite dai loro contesti. Ma noi rimaniamo sempre piantati nelle nostre convinzioni e stili di vita. Mi sembra che lo sradicamento generale non è funzionale alla vita. Credo invece che dobbiamo coltivare un’altra dimensione: quella della pazienza del vedere crescere, non avendo la pretesa di essere noi che tagliamo gli altri, ma di lasciare che ciascuno possa capire che cosa deve lentamente tagliare. Non sono bravo in questa arte di aiuto e accompagnamento delle persone perché mi rendo conto che vorrei sradicare tutto e subito, però ci provo. Non credo che Gesù fosse un fautore della coltivazione sinergica, visto che non era conosciuta ai tempi, ma vi è una sua parabola che in questo senso è illuminante. In un campo era stato seminato del buon grano, ma poi di notte qualcuno ha seminato anche dell’erba cattiva. La conclusione dice così: ‘I contadini gli domandarono: – Vuoi che andiamo a strapparla via? ‘Ma egli rispose: – No! Perché, così, rischiate di strappare anche il grano insieme con l’erba cattiva. Lasciate che crescano insieme fino al giorno del raccolto. A quel momento io dirò ai mietitori: raccogliete prima l’erba cattiva e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece mettetelo nel mio granaio’. Non so se la prassi al tempo di Gesù era quella di far crescere tutto insieme. Ma il senso della parabola è ben chiaro. Gesù ci chiede di non essere fanatici e integralisti nei confronti di tutto quello che ci sembra zizzania riguardo alla nostra fede. Per esempio, la voglia di estirpare, nel senso di non accogliere e giudicare dalla comunità cristiana tutte quelle situazioni che riguardano l’amore tra le persone e “le famiglie” che costituiscono esperienze diverse dalla famiglia tradizionale. Ci viene chiesto di vivere uno accanto all’altro, nella certezza che possiamo imparare l’uno dall’altro, ma anche nella certezza che Dio è padre di tutti. Io mi impegnerei di più ad estirpare la mafia, il gioco d’azzardo, la ricchezza di certi sportivi, le industrie delle armi, la guerra, le nuove schiavitù, lo sfruttamento della terra. Questo tipo di erbaccia non produce biodiversità, ma morte. Le diverse forme di amore con cui gli uomini decidono di amarsi, se sono nella verità, possono produrre biodiversità, bellezza e quindi queste non le toglierei mai.
Anche a me darebbero fastidio le erbacce ,anche se la Parola di Gesù direbbe di lasciar crescere insieme il buon grano e la zizzania. Occorre che accetti il bello e il cattivo tempo …la pazienza di scorgere comunque il buono in mezzo a tutto . ..