Parlare della fedeltà a Dio è complesso. Non inquadro questa questione dentro la logica dei buoni propositi e nemmeno dei grandi impegni di vita, ma in quella del dono. Ma di questo parlo in un altro momento, in un’altra occasione. Oggi prendo la questione della fedeltà a Dio da un altro punto di vista. Un amico che passava per la cooperativa ci ha lasciato. La montagna se l’è preso. Il Lyskamm con il suo ghiacciaio gli è stato per una volta nemico. Era un grande della montagna capace, prudente, attento. Veniva qui alla cooperativa quando aveva il tempo libero dalla montagna e dalla famiglia, dai suoi nipoti. Ho una visione troppo parziale di lui, ma un ricordo che riguarda il buon Dio lo tengo nel cuore e lo voglio raccontare. Forse la fedeltà a Dio sta anche in queste domande che Angelo ogni tanto mi faceva. Due in particolare mi hanno colpito e mi dispiace un sacco non essere riuscito ad aprire una degna conversazione con lui su queste domande, perché tutti e due avevamo fretta e alla fine della domanda lui diceva: quando avremo tempo, un giorno ne parleremo. Lui andava nell’orto con il suo amico Renato e io andavo alle mie faccende. Penso che tutti e due abbiamo perso una buona occasione di un buon dialogo. Le due domande o questioni erano formulate così: tu che te ne intendi mi devi spiegare qualcosa del tuo Dio, perché io ci capisco poco. Caro Angelo anche io ci capisco poco del nostro Dio. È come quando prepari un’arrampicata, leggi la guida, prepari tutti gli attrezzi e inizi a salire e poi ti accorgi che c’è qualcosa che non va, un passaggio che non era segnato sulla guida e allora ti devi inventare qualcosa. Ecco il mio Dio è così. L’avevo studiato bene, ma poi la vita, il cammino che ho vissuto mi hanno fatto vedere tutti gli imprevisti del mio Dio. So che eri un tenace in montagna che trovavi il modo di superare l’imprevisto. Ecco, funziona così anche con Dio, bisogna essere tenaci, per non rimanere attaccati in parete, quella parete che ha il nome di Dio. La seconda domanda che mi facevi era questa: perché tu credi in Dio. Io sorridevo e non ti ho mai risposto. Perché credo in Dio caro Angelo? Sai che a volte non capisco bene neanche io perché credo in Dio!! Non voglio darti la risposta quella imparata a memoria e che va bene per tutte le occasioni. Faccio come hai fatto sempre tu: attaccato ad un parete, in risalita su un ghiacciaio, in un gesto di fiducia verso la montagna che nemmeno tu sai spiegare. Così fino all’ultima risalita, con fiducia verso quel ghiacciaio. È solo questione di fiducia. Ciao Angelo.