18 domenica T. Ordinario – dal vangelo secondo Luca
«Uno della folla gli disse: “Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità”. 14Ma egli rispose: “O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”. 15E disse loro: “Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”. 16Poi disse loro una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così – disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. 20Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”».
Commento
Ogni essere umano si porta dentro una domanda fondamentale: esiste un modo di esistenza tale per cui il vivere non sia un consumare la vita, ma piuttosto un’ ‘edificarla’, un costruirla sino a farla diventare più forte della morte? Gesù di Nazareth ha offerto la sua risposta, raccontando la bella parabola del Vangelo di oggi. Egli ci ricorda che esistere non vuol dire ancora vivere. L’esistenza si mantiene con il riposo, il mangiare, il bere, la riproduzione e il divertimento. Per vivere occorre altro. La sua stessa vita testimonia solo una cosa, che l’unico modo per non perdere la vita è donarla in un atto di amore. Certo, perché il verbo amare si declina solo in donare: «Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio» «Non c’è amore più grande che dare la propria vita». Il Vangelo racchiude in sé il segreto dell’umano vivere: esiste un modo di consumare i giorni, tale da sperimentare già in vita una modalità risorta. Il Vangelo è lì a ricordarci, in ogni istante del quotidiano, che inizia a vivere solo chi ha intrapreso il lento morire nell’amore, e muore lentamente invece chi ricerca vita solo per sé.
Preghiamo
Preghiamo perché l’uomo possa rendersi conto di imparare a rispettare la natura.
“Esistere non vuol dire vivere ” La vita è fatta di istinti di bene e di istanti d’amore ,(da un’altra meditazione ) perchè vivere è costruire ed edificare la vita …quella ordinaria,feriale..senza accumulare gloria e cose ,si può fare l’utile e il dilettevole se si ama …Prego perchè rispettando e imparando dalla natura ,possiamo distinguere che cosa è essenziale e ci fa veramente riposare…prego per i giovani che stanno facendo esperienza nelle nostre case,per chi è in vacanza e per chi non può permetterselo ,per le varie situazioni famigliari .
Ringrazio il Signore per la settimana di ritiro vissuta nel monastero benedettino di Dumenza. Ho pregato per ciascuno di voi. La parola di oggi mi pensare alla solitudine di quel ricco che non ha alcuno con cui condividere al gioia del suo raccolto. Mi pare un invito a coltivare la vicinanza con tutti anche con coloro che sembrano sazi di beni ma mancano di relazioni umane. Prego per Don Edoardo.
La mia mamma diceva sempre:-Quanta terra basta ad un uomo?- e ci ricordava i 2 m per 70-80 cm che avremmo occupato nella terra del cimitero. Questo è ciò che serve, alla fine di una vita spesa in modo affannoso o sereno, a seconda di come ci siamo costruiti l’idea della vita stessa. Una esistenza vissuta in modo sobrio produce, a volte molte ricchezze negli incontri, nelle condivisioni, nel generare vita e amore nuovi. Il resto è in più. Forse ci si può illudere nel credere che le cose siano tutto. Io preferisco credere che una buona vita, qualunque sia la sua durata, sia impregnata di amore e di cura, di ascolto e condivisione. Una vita desdicata.Allora è una vita ricca dell’essenziale, quella meraviglia per cui ringraziare ogni giorno il Signore, prodigo di ciò che serve a costruire ponti con l’infinito.
Ringrazio sr Rita per la preghiera e ricordo al Signore Antonio e Franca. Prego per le intenzioni di ciascuno.