25 domenica T. Ordinario – Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Commento
Gesù ha scelto gente comune tra i suoi discepoli. Persone che hanno tutte le ambizioni umane, che non sono ancora completamente partecipi del suo Mistero d’amore. In loro prevale ancora una mentalità legata all’individualismo. Gesù comprende questo loro atteggiamento; non lo critica apertamente, del resto ancora dovevano vivere il Mistero della passione e Resurrezione ma pure ciò non Gli impedisce di approfondire il suo insegnamento. Usa un bambino e lo pone a modello del suo insegnamento. Egli, si è fatto piccolo nella natura umana e chiede che anche noi, nella nostra limitatezza dobbiamo diventare piccoli come Lui per partecipare alla sua natura divina. E’ l’insegnamento per noi che stentiamo ad entrare in profondità nel suo Mistero di amore; forse perché troppo affannati dai diversi impegni della vita. E’ un momento di riflessione pacata che vuol portare luce sulla nostra vita, forse troppo disordinata. E’ un richiamo alla nostra essenzialità umana che trova, nel messaggio evangelico la sua espressione migliore. E’ un invito ad apprezzare le cose piccole e trovare in esse la scintilla d’amore che Dio ha posto in tutto il suo creato.
Preghiamo
Preghiamo per don Michele che oggi fa il suo ingresso nelle parrocchie di Selino, Blello e Berbenno.
Come i discepoli trovo che anche noi facciamo fatica a capire….per questo lungo la strada scegliamo cose che non sono l’essenziale ,Fissare nel cuore l’opposto .
Che il servire ed essere piccoli è cio che che ci fa vivere…..
Buona entrata a don Michele e il Signore rinnovi sempre la sua chiamata ,preghiamo per il Papa nel suo viaggio in LItuania
Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini…
Il verbo consegnare viene ripetuto a riguardo di Gesù più volte. Ma chi si consegna davvero è Gesù stesso che si consegna nelle mani del Padre e nelle mani degli uomini con un amore obbediente fino alla fine. Accettare di essere consegnati…e consegnarsi volontariamente sono due risvolti della stessa offerta. Preghiamo affinché ciascuno, secondo la situazione in cui si trova sappia consegnarsi davvero all’amore.
Il tacere degli apostoli, il loro divagare, il non chiedere per capire realmente cosa sta dicendo chi è al loro fianco… Quante volte taccio, chiudo la comunicazione, divago parlando d’altro, non ascolto veramente chi mi sta dicendo qualcosa d’importante di sé, non metto a fuoco e al centro l’altro, non chiedo ciò che non capisco…
Io, come gli apostoli, ancora molto terra-terra, ho ancora tanto da imparare….
Prego anche per l’ingresso del nuovo parroco, don Severo, ieri sera, nella nostra comunità.