dire

di | 25 Novembre 2023

Mi capita di parlare. A scuola con i ragazzi. A casa con gli amici, a messa quando commento la parola sacra. A volte parlo con il mio orto. Delle mie parole che escono dalla mia bocca so bene almeno tre cose. la prima: dicono di chi sono, perché non dicono verità, ma intimità, non dicono teorie, ma storie. E questo mi piace delle mie parole. Non so e non voglio usare parole complesse di discorsi complessi, uso parole come storie narrate per star bene io nella speranza di far star bene chi ascolta le mie parole. Anche il gatto faraone che in questo momento mi guarda, mi dice: racconta storie, non complicarti la vita. Una seconda cosa mi interessa delle mie parole. Sono parole che una volta dette hanno bisogno di qualcuno che inizia a sognare. Non sono parole già fatte e costruite, ma hanno bisogno del sogno dell’altra persona. L’altro deve prendere le mie parole e se vuole le trasforma in sogni da vivere. Le mie parole non hanno la pretesa di essere atti fondativi che dicono si deve fare così, hanno invece la necessità di un sogno da prendere insieme. le mie parole non vogliono essere parole solitarie. Mi siedo insieme ad un gruppo di ragazzi, sento la responsabilità delle mie parole e la passione di suscitare sogni. Sento la bellezza e il mistero della parola dire e mi lancio con loro in parole di sogno e di vita. chissà che forma prenderanno i sogni di questi ragazzi, io intanto lascio le mie parole a loro e poi me ne vado. La terza cosa. Sento il limite delle mie parole. Non fanno tutto quello che dicono. Un salmo nella parola sacra che ho letto ieri dice così: Poiché lui ha detto, ed è stato (avvenuto)”. Una traduzione più vicina a noi dice così: perché Egli parla e tutto è creato, egli comanda e tutti esiste. Questa parola non è un sogno da costruire, ma un fatto: si dice e succede. Dire nella parola sacra ha come significato di creare quello che ha detto. Dire nella parola sacra è diventare quello che ha pronunciato. La mia parola ha forza minore di quella della parola sacra. Se dico pace non nasce la pace, se dico fraternità non nasce la fraternità. E allora: dico parole, le sogno con altri e, mettendo insieme parole di tanti amici magari la pace nasce.

2 pensieri su “dire

  1. Sabrina

    É proprio così, mi piace leggere la Parola di Dio che solca la via, ma cerco anche le tue storie che portano speranza.
    L’intreccio del racconto di vita vera e di vita sacra sono la tua Parola quotidiana.

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  2. Rosy Leoni

    …uso parole come storie narrate per star bene, nella speranza di far star bene chi le ascolta….
    Fantastico!…grazie don Sandro…ci manchi

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