Capisco che è sempre faticoso questa scelta di stare nel mondo, di vivere dentro questo mondo. ma questa è la mia via, la mia scelta, non fuori dal mondo, ma dentro il mondo. Questa è la via maestra che seguono i cristiani anche nell’uso del denaro. Certo stanno in questo mondo con una loro originalità, ma ci stanno. Non condivido invece quelle posizioni del tipo un po’ stoico. Sono quelle posizioni di estraniamento dal mondo, quasi un distacco esteriore e interiore dalle vicende del mondo. Sono coloro che vorrebbero costruire un mondo alternativo, senza più contatti con il mondo reale. Un mondo dove si abbandona la vita reale, sia quella interiore che esteriore e si vuole costruire un mondo irreale, senza uso dei beni, senza contatti con un mondo cattivo, dove si vive di autoproduzione, di autofinanziamento, di autogestione. In questo caso tutto è segnato da una forma di autarkeia, una forma di distacco da tutto e da tutti. Forse è un sogno di libertà che non sta in piedi. Una società pura che non si confonde con il mondo cattivo. Ritengo che oggi questa è una tendenza che tanti sentono dentro. È la stessa cosa che provò Dio quando vide che il popolo nel deserto aveva costruito un vitello d’oro e semplicemente disse a Mosè: lascia lì questo popolo che non merita e facciamo su un popolo nuovo che merita. Mosè disse semplicemente: caro Dio questo è il tuo popolo. Il cristiano e in generale la bibbia si pone su un altro livello: l’uomo biblico sa che la libertà non è fuga e costruzione di un mondo ideale, ma dono di Dio che si incarna nel mondo, si fa carne e corpo per condividere la storia del mondo e degli uomini. Costruisce un mondo a partire dal mondo che vive, non partendo da un mondo ideale. La linea di fondo per un credente non è stare fuori dal mondo, ma dentro il mondo con una sua visibilità e una sua vita comunitaria.