Domenica mi ha colpito quell’affermazione di Gesù nel vangelo letto durante la messa. Riporto le parole di Gesù per esteso: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Non mi metto a commentare questi versetti, solo voglio dire che Gesù è andato ben oltre le questioni della buona educazione e del modo di stare a tavola, ma è arrivato al cuore di quella che tanti economisti oggi chiamano economia del dono. E quindi per un po’ di volte vedrete riflessioni che vanno in questa direzione. Non sono esperto di questioni economiche, ma qualcosa ho letto e studiato riguardo al tema. Cercherò come sempre di legare queste riflessioni a vicende quotidiane o a fatti di cui in qualche modo sono stato partecipe. Una prima riflessione parte da questo. Lo smartphone che ho tra le mani, mi dice un ragazzo, è il migliore, ma si scarica subito, quindi devo comprare un carica batteria, ma con i soldi che prendo di stipendio come faccio? Ma se il telefono si scarica come faccio a parlare con i miei amici? Ecco che da questo fatto nasce nella mia testa una riflessione. Desiderio di parlare con amici. Come risolvo il problema? Telefono potente, carica batteria e altro ancora. Cosa ha fatto questa società del profitto? Ha preso un desiderio che sta da sempre nel cuore dell’uomo e che si chiama amicizia e relazione e ha trovato il modo per guadagnarci sopra, per fare profitto. Vuoi avere amici? Ecco il telefono, e poi ecco il carica batteria e poi le cuffie apposite e via dicendo. Voi sorriderete, ma se moltiplicate per miliardi di persone tale ragionamento ecco il grande profitto che non risolve il problema dell’amicizia. Perché a chi fa operazioni di questo tipo non interessa l’amicizia, ma il profitto. Dimenticavo, ogni due anni il telefono va cambiato e con il telefono gli accessori. Non sono moralista e bacchettone contro i ragazzi, perché facciamo così anche noi adulti. La società del mercato non ha bisogno di individui con legami e relazioni strette, piuttosto senza legami forti e radici troppo profonde; in questo modo i bisogni crescono sempre di più e il mercato offre mezzi per risolvere al momento i desideri. Le persone con relazioni interpersonali significative, con una vita interiore coltivata, sono persone che non vanno bene al mercato, perché sono difficili da gestire. il mercato non ha bisogno dell’economia del dono, ma del consumo. E sono molto bravi a portarci a credere che questo risolve il problema. E il mio amico rimane con un telefono che si scarica e il suo desiderio di amicizia.