Avevo utilizzato per anni come commentario per i vangeli un testo di Andrè Louf dal titolo o beata debolezza. Sul retro della copertina se non ricordo male ci stava una citazione di Guglielmo di Saint Thierry che diceva così: o beata debolezza che in Cristo diventa forza. Ho sempre fatto fatica a considerare la debolezza una forza. Ma forse sbagliavo angolatura con cui considerare la questione della debolezza. La debolezza a cui facevo riferimento io era la debolezza della vita, quell’incapacità di affrontare la vita. Qui mi pare che ci stiamo muovendo su un’altra strada. Vi è un’umana debolezza che va messa nelle mani di Dio. Questa consegna nelle mani di Dio della mia debolezza mi permette di assumere fino in fondo lo spazio di crescita umana della mia vita, partendo proprio dalle mie debolezze e fragilità. Una chiesa che non ricerca l’efficienza, il merito, è una chiesa che in qualche modo riconosce che può anche guardare alle sue fragilità, consegnarle a Dio e in questo modo crescere nella maturità della vita cristiana e comunitaria. Solo se tu assumi la tua storia di mendicante, di povero,allora si irradia contagiosa la Presenza di Dio. Non in una storia di vincitori, ma di pietre scartate, appare la forza della croce. Un prete mi ha lasciato questa immagine: tu non sei una vetrina dove esporre i vestiti belli, tu sei un magazzino nascosto dove la gente passa e lascia il suo bagaglio. Questa è l’immagine di chiesa che vorrei: magazzino e non vetrina. Quando riuscirò a sentirmi pienamente magazzino dove la gente passa e lascia il suo bagaglio e rinuncerò ad essere vetrina di esposizione, allora so che la mia debolezza diventerà forza in Cristo. O beata debolezza che in Cristo si fa forza. Per concludere questa riflessione e questi pensieri su parole come lentezza, contemplazione, condivisione, debolezza e realtà ho trovato questo pensiero di Simon Wiel. Ve lo lascio, o me lo lascio, come augurio per il mio cuore e il vostro cuore. Scrive Simon Weil: “Davanti a Dio non c’è nulla di meglio che essere nulla, come l’aria davanti al sole, cioè trasparenza di luce!”
Condivido e aggiungo che ogni volta che nella mia esperienza ho cercato di combattere la debolezza è andata peggio… lei chiede solo di trovare il modo di ascoltarla. Grazie