Come possiamo fare in modo che possiamo anche in questo tempo dare buoni frutti? Questa osservazione vale per le vicende quotidiane, ma vale anche per le grandi vicende del mondo intero. Nelle piccole vicende quotidiane si tratta di capire come io posso dare frutto, come posso essere frutto buono; forse vale anche per le persone che incontro: come posso aiutare a dare frutto, come posso accompagnarle in un cammino di maturità? Che io ricordi, non ci era mai successo un tempo così lungo di fatica e a di paura. Prima il Covid (che non è ancora finito) e poi la guerra. Come dare frutti buoni di questi tempi? E come non pensare che forse dobbiamo tagliare il ramo o addirittura la pianta perché non dà frutto? Come possiamo dire: lasciala ancora un anno poi vedremo? Dove possiamo trovare la pazienza per andare avanti? Non sappiamo come usciremo da questo tempo. Non sappiamo nemmeno cosa vorrà dire che il futuro può dare frutti buoni. Di sicuro ne usciremo. Ma avremo perso per la strada tanta saggezza di anziani che ci hanno lasciato e tanti giovani persi nella guerra. Abbiamo perso per la strada la pietas di tante persone che hanno edificato il mondo nella giustizia e nella carità. Ma non si esce da questa crisi, da questi tempi difficile senza profeti che tornano a dirci che cosa veramente vale nella vita, che cosa veramente conta per dare frutto. E dovremo tornare ad ascoltare i veri profeti che sono poi quelli che indicano la via della pietas come la via per dare frutto. La pietas non è il pietismo, ma è la pietà, la carità che fa crescere, la carità che dona, la carità che perdona, la carità che pratica la giustizia. Ci servono parole consolanti per dare frutti buoni, ci servono parole vere per dare frutto. Ci servono amici e non solitudini, ci serve un Dio Padre tutto da riscoprire e riconoscere in maniera nuova.