conclusione

di | 7 Settembre 2020

Concludo le mie sconclusionate riflessioni sulla non violenza. Da domani non so bene da dove riprenderò. Un’idea c’è in testa, ma non riesco a metterla a fuoco bene. Concludo così. Vorrei che le parole della non violenza, non le mie, ma quelle dei grandi che hanno fatto la storia della non violenza, di tutte le epoche, di tutte le religioni e di tutte le società, si imprimessero come un carattere forte, come un tatuaggio che rimane per sempre. Nel significato originario in greco la parola carattere vuol dire incidere, scavare. Noi abbiamo inventato la società liquida; sappiamo bene che una nave sul mare lascia una scia che dopo poco svanisce portata via da un’onda. La società liquida non lascia tracce di sé, svanisce portata via da un’altra onda. La società liquida ha bisogno di continue tracce, onde, segni, innovazione e creatività, per non doversi perdere nel nulla. Ma questa per me è una fatica immane. Rincorrere di continuo il nuovo. Quando penso ad una predica deve essere innovativa e poi l’onda della vita porta via le mie parole innovative. Quando scrivo un progetto deve essere innovativo, altrimenti non passa le forche caudine dell’approvazione alle alte sfere. Quando faccio da mangiare per due giorni di seguito lo stesso cibo i ragazzi mi dicono, ancora?! la società liquida ci impedisce di avere carattere, di lasciare segni e incisioni che rimangono nei secoli. Cerco parole solide, incise nella terra e nel cuore dell’uomo. Cerco sentieri di terra battuta che non sono trascinati via dalla prima onda. Sentieri che posso percorre anche io perché li vedo bei chiari. La non violenza la vorrei così: incisa con un bel carattere che non scivola via, che non svanisce, che non viene tirata fuori in occasione di qualche giubileo, o anniversario o nei primi giorni di una guerra nuova. Avevo una bandiera della pace esposta sulla finestra di casa mia. È rimasta lì fino a quando si è proprio distrutta tutta. È rimasta lì solida. Il mare è libero e cancella ogni traccia di passaggio, la terra è solida, ha carattere e lascia impronte . Forse è anche per questo che non ho mai portato i ragazzi e i giovani al mare, ma solo in montagna. Parafrasando Giobbe oso dire in maniera impropria e irriverente: 3Oh, se le parole della non violenza si scrivessero, se si fissassero in un libro, 24fossero impresse con stilo di ferro sul piombo, per sempre s’incidessero sulla roccia! Oppure sempre in maniera irriverente, seguendo il cantico dei cantici e parafrasando le sue meravigliose parole: “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è la non violenza (per essere onesto il testo dice l’amore) tenace come gli inferi è la pace (il testo dice la passione) le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo”. Alla fine ho lasciato la parola amore, perché coloro che conoscono la pienezza dell’amore sono uomini  e donne pacificate,  come lo sono protagonisti del cantico dei cantici: Salomone (uomo pacificato) e la sullammita (donna pacifica) e proprio perché pacificati  possono amarsi con il corpo nella pace e in maniera non violenta, in una perfetta comunione di amore e di pace,  forse si può dire un amore beato.

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