Mi sono chiesto perché il papa è andato in quelle regioni remote rispetto alla centralità del cristianesimo. La risposta ovvia che mi è venuta è stata: per portare anche in quei luoghi il vangelo. Poi mi sono detto che forse non era quello il vero motivo. Forse il vero motivo era semplicemente quello di incontrare e dialogare con quelle genti. E niente di più. Ma il fatto che se ne sia andato alla periferia del nostro mondo mi ha fatto pensare su una questione. C’è un’altra parola che io metterei nelle parole che oggi sono stanche, che vivono di stanchezza, è la parola centro, il contrario di periferia. Tutto è determinato dal centro e non dalla periferia. Il centro del mondo dove è oggi? Ma forse la questione del centro oggi suscita stanchezza e anche preoccupazione, perché non sappiamo più cosa pensare del centro e dove collocare un centro. La centralità della fede rispetto alla vita, alla storia. Possiamo scrivere un’infinità di questi pensieri sul centro, ma alla fine ci scontriamo con la fatica e la stanchezza di riconoscere che oggi del centro è difficile fare una ragionata perché appunto è parola stanca. Forse ha ragione il papa quando va ad incontrare quelle che per noi sono le periferie del mondo. Per noi perché noi collochiamo il centro in altre parti, dalle nostre parti e tutto il resto è periferia. La questione non è più dove collocare il centro, ma connettere tante periferie senza la pretesa di individuare il mio centro preferito. Da questa parte del mondo non siamo il centro del mondo, come dall’altra parte del mondo non sono il centro del mondo. Traggo due conseguenze da questa questione che non siamo più il centro del mondo, ma che dobbiamo imparare a connettere storie luoghi diversi. La prima è questa: il mio modo di vivere, di agire e di costruire la storia non è il centro del mondo, non è l’unico modo possibile. La seconda è capire se in tutte le varie parti del mondo si possono ritrovare esperienze comuni per permettere la convivenza tra tanti centri tutti diversi, e non invece pensare di affermare un unico centro con un unico pensiero e gli altri diventano tutti periferia