Non sono più riuscito a vedere il mio tasso. L’unico animale che mi gira intorno in questi giorni è il buon gatto faraone. Non è stata una giornata facile, soprattutto è stata una giornata frastornante, se così si può dire. Inchiodato alle mie responsabilità, quelle che mi sono preso e che mi prenderò. Eppure questa faccenda delle schede segnaletiche mi è rimasta dentro. Oggi uso un’altra espressione ma il senso è sempre quello. Non parlo di schede segnaletiche, ma di schede esplicative o meglio descrittive. Quasi un libretto di istruzioni pronto all’uso. In cooperativa abbiamo le schede descrittive per tutti gli attrezzi, per tutti le nostre macchine, anche per il materiale per le pulizie. Sono obbligatorie per questioni legate alla sicurezza. E allora applico questa terminologia alla fede, applico queste schede segnaletiche alla fede. A volte pensiamo che la fede cattolica funzioni un po’ così. Ti offro le schede che sono esplicative della vita cristiana. La scheda per la bibbia, la scheda per la fede, la speranza, e la carità. Le schede per la vita spirituale. Quasi che possiamo ridurre la fede ad una specie di manuale. Una volta applicato la scheda scelta, una volta studiata la scheda scelta, tutto funziona. Sono cristiano. La famiglia è quella lì, e basta, la vita del prete è quella lì, punto e basta e via dicendo. Tutto va codificato in maniera razionale e sintetica. Lo so che sto un po’ esagerando, ma credo che anche per la fede a volte rischiamo di applicare proprio e solo queste categorie. Invece la vita cristiana è una strada, un cammino poco codificabile, poco inquadrabile; per me nella fede vale quel detto: camminante è camminando che si apre il cammino. E allora nella fede dobbiamo prima di tutto camminare. Il credente veniva chiamato quello della via e l’uomo che camminava in strada. Un pellegrino. E poi si diceva e si dice cattolico. Non inteso come una specifica categoria diversa dai protestanti, dagli ortodossi. Quasi appunto come una scheda descrittiva: questi sono i cattolici, questi i protestanti, questi altri ancora. Credo che invece si debba recuperare quella passione per una universalità, per un possibile dialogo e incontro con tutti. Cattolico è universale. Cattolico non come una scheda esplicativa o descrittiva di chi sono, ma come impegno, responsabilità verso un respiro universale, verso una fede e una chiesa che incontra l’umanità intera. E l’umanità non si incontra su una scheda informativa, ma per strada.