
Ho parlato della vita spirituale come di un cammino, di un itinerario, di un pellegrinaggio. Questo mi sembra essenziale, fondamentale. Voglio specificare un po’ meglio di che tipo di cammino si tratta. Quali sono gli elementi che si mettono in gioco prima ancora di pensare al cammino stesso? Che cosa comporta questo cammino? Io lo definisco un cammino pasquale. Intendiamoci bene, qui non sto facendo riferimento alla questione del rito della pasqua, sto facendo invece riferimento al significato di questa parola, che è passaggio. Lo ricorda bene la parola sacra quando narra del passaggio degli ebrei nel mar Rosso e l’inizio del cammino nel deserto verso la terra promessa. Una vita spirituale richiede continue pasque, continui passaggi. Si tratta di mettere a fuoco con consapevolezza che un cammino di vita spirituale è fatto di passaggi, di soglie da attraversare. Ritengo anche un’altra cosa importante. Queste soglie da attraversare non sono solo passaggi che spingono in avanti la vita, a volte sono passaggi che non sai bene dove ti stanno portando. Questi passaggi pasquali, questi attraversamenti sono a volte passaggi di crisi che possono anche risolversi nella maniera più serena possibile. Sono passaggi che richiedono cambiamento e forza di volontà, ma soprattutto richiedono affidamento grande. Qualcuno prova a codificare questi passaggi della vita spirituale, io non riesco a pensare a dei passaggi codificati. Prima questo passaggio, poi questo passaggio e poi ancora un altro. nono riesco a pensare così. Io ritengo che la vita ci porta a questi passaggi. E la vita non va via lineare, segue dei percorsi tutti suoi. È vero: un cammino spirituale è un cammino pasquale, è un passaggio, ma non conosco la logica e la razionalità di questi passaggi, conosco la vita che mi invita a fare pasqua continuamente, a fare passaggio.
Si ci sono passaggi che richiedono abbandono non facile. Occorre renderli pasquali con tutta la nostra forza e volontà e l’aiuto della grazia.