Guardo il secco dell’orto e del bosco che mi circonda, dall’alto vedo anche il fiume Brembo, è un rigagnolo senza più vita, mi si apre uno sguardo sulla Presolana, senza neve. Devo arrabbiarmi? che cosa devo fare per cambiare qualcosa? No lo so. Arrivano anniversari vari: quello della guerra, quello del Covid. Anche qui devo indignarmi per tutto quello che non ha funzionato? Devo semplicemente tenere una linea buonista? Oppure devo battere la via della giustizia per tutti gli errori commessi? Io sono convinto che se poniamo la questione in questi termini non andiamo molto lontano. Sono stanco delle posizioni polarizzate, radicali. Di qua ci sono i no, di qua ci sono i sì, di qua il giusto, di qua l’ingiusto che deve pagare. La guerra, la pace, la vita e la malattia. Tutto è schiacciato su questi temi così estremi. E uno è come costretto a scegliere da che parte sta. E sai bene che se scegli una via perdi degli amici che sono per l’altra soluzione. Non voglio più ragionare così. Non mi interessa fare commemorazioni dove uno chiede una cosa perchè sta da una parte e l’altro chiede un’altra cosa perchè sta dall’altra. Non amo più gli estremi. E così quando mi arrivano messaggi, iniziative, proposte dove tutto viene polarizzato io non li leggo più, anche quando questi messaggi arrivano dagli amici. Non sono diventato uno che non vuole più combattere, voglio invece smettere di combattere contro, per costruire insieme. propongo due strade. La prima la prendo dalla marcia della pace che si è svolta da Perugia ad Assisi. Così scrive mons Ricchiuto di pax Pax Christi: Non c’è alternativa. Un domani, io non voglio essere accusato di aver taciuto. Quando la Storia farà i suoi bilanci, voglio avere l’anima in pace. l’alternativa è diventare non artefici di radicalizzazioni o polarizzazioni, ma artigiani di pace che hanno la paziente arte del cucire, del fare incontrare, del far dialogare. Per gli anni del covid non devo portare nessuno in tribunale, anche se sono convinto che troppe cose non hanno funzionato. Tra l’altro accusiamo medici e infermieri e in Lombardia abbiamo rieletto gli artefici del mezzo disastro. L’altra cosa: voglio diventare costruttore di reti di pace. mi informerò, cercherò di capire come si fa, e mi inventerò qualcosa. So che tanti amici mi aiuteranno. Artigiani per la pace, costruttori di reti di pace e non produttore di polarizzazioni l’uno contro l’altro.
…. “Non pretendere di sistemare il mondo; se no, vedi cosa succede: diventi prepotente e cattivo con i tuoi fratelli e scappi via dal mondo. Devi essere più dolce, paziente, leggero, libero, staccato. Vedi come fa lo Spirito di Dio a soffiare leggero sul mondo – anche sul mondo degli ingiusti e dei pagani – aspettando che qualcuno lo accolga.
Lascia che la Parola ti conduca.
E la Parola ti farà trovare molti fratelli, che non pensavi. Ritorna sui tuoi passi, torna tra la tua gente. Tieni viva la speranza, in un mondo schiacciato e senza speranza.”
Grazie don Sandro per le tue parole e per i tuoi pensieri così umani….tanto vicino a noi
Grazie don Sandro per le tue parole e per i tuoi pensieri così veri e vicini al nostro vivere…
Ciao Stefano, non ti conosco di persona, ma desidero dirti che il tuo commento mi piace molto. Su guerra e pace, di cui continuiamo a sentire di tutto, a me pare che, finché a non volere la pace non saranno prima di tutto i due contendenti ( e mi sembra che non ne abbiano la minima intenzione), inevitabilmente la guerra continuerà.
Ciao Sandro e buona domenica a tutti
Giorgio
Sono trascorsi 3 anni dalla pandemia e mi sorprende con grande delusione che ci siano persone che inseguono e fanno circolare video e discorsi assurdi sulla pandemia secondo loro sulle bugie che ci hanno detto in quel periodo… Io mi sento gran fortunata ad esser riuscita ad uscirne da questa situazione praticamente indenne perché ho seguito tutto quanto è stato detto e fatto per evitare i contagi… e non vado a recriminare su medici, infermieri e altri … semmai sono convinta che la “politica” deve occuparsi di sanità pubblica e istruzione e avere il coraggio di migliorare non di creare complicazioni. RiconoscIamo piuttosto che lavorare con le persone in stato di bisogno è faticoso, occorre dare più attenzione e non solo in caso di emergenza. A un anno dall’inizio della guerra vediamo tutti che non finirà…andrà avanti perché a pochi interessa che continui e molti invece ne sono coinvolti loro malgrado. Ci vedo un denominatore comune nelle due situazioni : la divisione…il contrapporsi… il prendere posizioni estreme… e questo è il male. Dovremmo riflettere e fare attenzione… prendere posizioni estreme non fa altro che aumentare la divisione e allontanarci da quel grande messaggio che papa Giovanni ci ha lasciato:” cerchiamo ciò che ci unisce, non quello che ci divide”. Anche noi cristiani ce lo dimentichiamo . Amen