Il pensiero di Shakespeare di ieri e alcuni fatti di oggi mi hanno come spinto a riflettere su alcune parole che in se possono sembrare banali, ma anche dentro di loro una forza incredibile. La prima di queste parole è aurora che è un evento del cielo che si verifica nelle prime ore del mattino, ancora prima dell’alba. Precede l’alba e il giorno che nasce. Si tratta di un bagliore molto forte che appare nel cielo e subito dopo ecco l’alba che inizia ad illuminare il giorno. Che cosa mi fa pensare una simile parola? Sento che qualcosa dentro di me cambia, che nasce un nuovo giorno, ma i contorni di questo nuovo giorno non ci sono ancora, sono solo bagliori. Questo perme è il tempo dei bagliori, tracce luminose nel cuore della mia vita, ma rischiano di essere come soffocate dalla notte della divisione, del male. Perché il male si esprime così: mi divide dentro, e non lascia emergere il nuovo giorno. un amico mi gira queste parole: In genere il male ha come primo effetto quello di farci abbassare le difese, di dirci che poi non è così male, che in fondo è bene, che sono solo io il fesso che non si comporta così. Il male mi fa sentire furbo intelligente, è molto bello sentirsi più furbi degli altri. Il male ha orrore della fatica, dell’impegno. Il male non è paziente. L’aurora è come il momento in cui decido se vale la pena di far nascere il nuovo giorno o se preferisco fare il furbo e non essere fesso. Sono aurora che devo decidere se resistere al male o lasciarmi prendere dalla sua ragnatela. Ma c’è di più: l’aurora non vuole svelare il senso del futuro. È il giorno che ne svela il senso. Io voglio camminare verso il giorno nuovo, ma so che ci arriverò con i piedi stanchi e nudi, senza sandali, povero e senza tutto quello che ho costruito e fatto, perché attraversare la notte, l’aurora e l’alba per arrivare al giorno è un viaggio a piedi nudi e scalzi. E fa male camminare così. Tradirò la mia vita se smetterò di camminare verso il giorno nuovo che forse mi svelerà il senso del parziale del mio vivere. È aurora, bagliore di luce, alle mie spalle ho la notte che tutto oscura e divide, ho davanti l’alba di un giorno nuovo, mi guardo i piedi nudi e devo decidere se voglio camminare verso il giorno nuovo