Ascoltiamo messaggi, inviamo messaggi. Ci sono oggi infinità di modi per ascoltare e inviare messaggi. La maggior parte li riceviamo e non li leggiamo; poi ci sono quei messaggi che arrivano costanti, sempre precisi, sempre allo stesso orario, come lo sono i miei e magari qualcuno si irrita anche per questo. Siamo presi dai messaggi. Ma c’è un messaggio che non stiamo ascoltando. Quello di madre terra. Quello proprio non lo ascoltiamo. Forse non lo ascoltiamo perché è un messaggio di dolore e un messaggio che chiede un cambiamento. Già Dio nella genesi aveva avvisato Adamo: prendenti cura di quella terra e noi abbiamo trasformato quel prenderti cura in: adesso la uso a mio piacere questa terra. ascolta il messaggio di madre terra e prenditi cura di essa. È interessante come la Genesi pone Adamo e la sua specie tra terra e cielo, e a loro spetta opera di congiunzione, più ancora spetta l’opera di mediazione tra cielo e terra. So bene che l’arte della mediazione è l’arte di un ascolto raffinato. Ecco perché dobbiamo ascoltare il messaggio di madre terra, perché ascoltare, servire e custodire la terra, è ascoltare, servire e custodire il cielo, cioè Dio. Chiedo ai ragazzi del cre di raccogliere delle foglie. Chiedo anche di guardarle con attenzione e poi di descrivere come sono. Mi domando se è un esercizio troppo difficile per quei ragazzi. Non credo, non è troppo difficile l’esercizio, è il non essere più abituati allo sguardo, all’ascolto che rende tutto difficile, incomprensibile. Una foglia? Buttiamola per terra, che cosa me ne faccio di una foglia. E quando dico di ascoltare la foglia i ragazzini sorridono, e allora ripiego su un più semplice ascolta il vento tra le piante. Non sono i piccoli che sono incapaci, siamo noi adulti che non siamo più educati all’arte di ascoltare i messaggi della terra e allora una foglia non è da conservare in un libro, ma è da buttare.