armonia

di | 5 Giugno 2023

Qualcuno parla dell’armonia come di un dono che rende pacificato il cuore e la vita. Io cerco questa armonia. La ritrovo nella mia debole fede quando sento in armonia Padre, Figlio e Spirito Santo. La ritrovo nella triade cosmo, Dio e uomo. A volte faccio fatica a trovare armonia nel mio cuore. Eppure sono sicuro che non manca neanche lì. Sono sicuro che da qualche parte in fondo al cuore esiste questa armonia. Ma non voglio soffermarmi solo sull’armonia che a volte rintraccio nel mio cuore. mi soffermo invece su altra questione. L’armonia è il contrario della divisione, delle polarizzazioni, della divisione netta. L’armonia è la possibilità del coesistere di tanti colori diversi. Nelle nostre comunità il rischio è quello del pensare che esiste un solo colore, quello della tradizione per esempio. Si è sempre fatto così si dice, mentre dall’altra parte qualcuno dice si deve cambiare modo. Così non si fa altro che polarizzare le questioni. E non si arriva da nessuna parte. Ho visto che nel mio orto ci sono degli ortaggi strani, sono lì in mezzo a quelli che noi definiamo normali. Domani elimo il tutto e torniamo alla normalità. Per paura di rovinare il normale preferisco eliminare quell’erbaccia strana. Poi invece mi soffermo un attimo a pensare. Certo, un’erbaccia strana può essere pericolosa, e se invece è segno di qualcosa di nuovo e di bello. Nella storia della chiesa ci sono state un sacco di erbacce strane che al loro nascere facevano paura. Un movimento, un’idea, un cambiamento, un concilio come quello voluto da papa Giovanni 23°. Tutte queste cose potevano essere segno di un qualcosa che non è del vangelo, oppure il segno della novità del vangelo. Un san Francesco, una Santa Chiara, una Madre Teresa di Calcutta potevano essere segno di novità nella chiesa, ma ancorati come siamo alle nostre convinzioni che fatica per accettarle, per farle diventare parte della chiesa. Che fatica armonizzarle con la tradizione. E così anche oggi: che fatica armonizzare le novità, gli esperimenti, le direzioni verso orizzonti nuovi. Al massimo l’istituzione cerca di normalizzare tutte queste novità. Mi sento uno sperimentatore, voglio essere in armonia con il tutto, ma non voglio essere normalizzato dentro uno schema. L’erba diversa non è solo cattiva, può essere anche intuizione bella per il futuro. Penso che domani non strapperò l’erba diversa dalle altre. Cercherò di lasciarla crescere e di prendermene cura come dell’erba normale. poi vedremo che cosa ne faremo. Non vale la pena nella chiesa bloccare la nascita di nuove forme di vita e di testimonianza del vangelo. Lasciamole crescere e poi vedremo quando saranno mature.

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