ancora messa

di | 21 Settembre 2023

Ritorno ancora su quel cardine che è la messa. Io capisco che per chi non crede e non vive questa esperienza può sembrare una cosa inutile questa mia riflessione; per me invece  è una questione cruciale. Come ho già detto la messa, l’eucarestia nella mia vita sta un al centro, ne è un po’ il cuore pulsante. Non considero l’eucarestia un sacrificio, così come troppe volte è stata presentata. Considero l’eucarestia l’anti sacrificio. Infatti Gesù donandosi a noi con il suo corpo ,con la sua vita non compie un sacrificio, ma dona a tutti noi la pienezza della vita. L’eucarestia è dunque l’anti-sacrificio, è la parola fine sulla logica sacrificale, è la buona grazia, la bella gratitudine. È tutta gratuità assoluta. Facendo in questo modo essa libera l’uomo da ogni aspetto di dovere verso un gesto rituale, libera la messa da ogni aspetto commerciale, di scambio: io dono il mio tempo domenicale alla messa e Dio in cambio mi regala la vita. Se la messa è un dono tutto diventa dono. La messa mi insegna che la vita è dono e non scambio di meriti o scambio di demeriti.  In questo senso vorrei superare quell’idea che la grazia va meritata, va lucrata. Si diceva dalle nostre parti: lucrare una grazia, meritare una grazia. La messa andava quasi acquistata e allora sortiva l’effetto del merito, della grazia. Secondo questa concezione la grazia non è avvertita come gratuità incondizionata: occorre lucrarla, guadagnarcela. E così la messa, va guadagnata. Io non sono per niente di questa idea. Io amo andare a messa non per lucrare qualcosa a Dio, ma per puro dono e grazia. Esco dall’idea della messa come opera meritoria, cioè come la risposta alle nostre buone opere, o detto in altro modo la messa non fa effetto se non siamo nella grazia. Entro invece nel mondo del dono, della grazia assoluta. Amo la messa perché qui c’è un dono assoluto: quello dell’uomo Gesù. E dall’uomo Gesù che si dona io imparo l’arte del dono. Ecco perché vado a messa: non per meritami qualcosa, ma ricevere un dono e imparare a donare. Non mi interessa lucrare o meritare qualcosa, mi interessa imparare la generosità della vita.

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