Scendo nell’orto la mattina dopo la messa dalle suore e inizio l’operazione di bagnare l’orto. Mi piace questa cosa. Non c’è nessuno, sono solo, mi guardo le piantine appena piantate, si vede che soffrono, mi guardo le zucchine che sono ormai a fine produzione, e le piante di more che ci hanno regalato tantissimi frutti. E poi ancora chiedo scusa ai lamponi che li abbiamo trascurati. E guardo l’erba alta che facciamo fatica a tenere in ordine, e poi da lontano vedo anche le api che è da un anno che soffrono.. mi rendo conto che non posso continuare a guardare in giro altrimenti quella poca acqua di raccolta dai tetti la spreco tutta qua e là e non bagno l’essenziale. Un ultimo pensiero prima di concentrarmi su dove e come bagnare: certo che quest’anno orto, api e tutto il resto hanno proprio sofferto. Intanto che concludo e raccolgo la canna dell’acqua mi scappa lo sguardo sull’orizzonte e vedo il Resegone, il Linzone, il monte Ubione e penso da lontano la grigna o forse più facile il grignone. Un orizzonte vasto quello di Rosciano e dell’orto che sta con noi. Su questo orizzonte ampio parte un pensiero molto semplice. Mi rendo conto che amo questo pezzo di terra, ma penso di avere uno sguardo ben più ampio. Sono orgoglioso di passare parte del mio tempo in questo angolo di terra, ma mi serve alzare lo sguardo e vedere oltre, vedere lontano. So coltivare interessi, letture e altro ben più ampio di un orto. incontro tante persone, incontro tanti progetti, forse mi manca la dimensione del viaggio – pellegrinaggio, ma è stato un tempo delle mia vita. mi manca invece quello sguardo allargato che sono gli orizzonti di montagna. Insomma sguardi ampi. In questo tempo il mio sguardo rischia di non vedere orizzonti ampi, so che devo tornare ad ampi orizzonti. Nello sguardo, nella vita, nelle amicizie, nell’amore per il Signore. orizzonti ampi.
Grazie per questa riflessione molto concreta e bella.