Ho guardato il nostro orto e mi sono detto che forse piantare un seme non è poi così semplice come sembra. Io all’inizio davo tutto per scontato. Semplice: si ara il terreno, poi lo si zappa e poi si pianta e rastrella e si bagna. Tutti qui dicevo io. Perché pensavo di sapere tutto di queste cose. Come forse penso di sapere tante cose della vita e invece non è proprio così. Vediamo cosa ho capito io da queste semplici operazioni che sono legate al piantare.
- Proprio perché sono semplici richiedono gesti semplici, riflessivi, pensati con cura. Per esempio preparare la terra perché non si facciano dei cumuli, ma sia il più possibile omogenea richiede attenzione, idem usare un rastrello non si trascina nell’orto a caso, ma seguendo una logica.
- E poi fare il solco dove deporre il seme. Diritto con file tutte uguali, una accanto all’altra e i semi alla distanza e alla profondità giusta. Non troppo profondo perché il germoglio fa troppa fatica a bucare la terra, non troppo in alto perché altrimenti non mette radici e rischia anche di essere mangiato dagli animali o beccato dagli uccelli.
- E per finire uno dice: ho seminato e quindi basta. E invece qui incomincia il bello. Bagnare il terreno, senza fare dei ristagni d’acqua, togliere le erbacce, zappare intorno alle piantine. Insomma un sacco di cose da fare e di attenzioni.
- E poi cerchi di capire se tutto va bene, se piove giusto, se non piove mai, se fa troppo caldo o troppo freddo.
Capite perché ci vuole attenzione, cura e umiltà?
Conclusione della favola: non è che ci vuole la stessa attenzione, cura e umiltà quando entriamo in relazione con noi stessi e con gli altri? Voi direte: hai scoperto l’acqua calda. Vero, niente di nuovo, ma quando guardo il mio orto mi rendo conto che non mi soffermo con la dovuta attenzione, vuoi perché vado sempre di corsa e vuoi perché penso sempre di sapere tutto.
Un gesto di umiltà e un seme spunta….
Grazie…..
Lezione di vita!
Grazie don perchè subito hai reso l’idea che nella vita dello Spirito e nelle relazioni occorrono le stesse attenzioni gli stessi gesti e magari avessimo questa consapevolezza …