E così passiamo anche alle opere di misericordia spirituali. Sono sempre opere, ma riguardano la vita interiore, la vite del cuore. Come pensare che si può in qualche modo operare nella misericordia non solo per quanto riguarda il corpo, ma anche il cuore, nell’intimo di una persona? Credo che è molto difficile, ma riuscire a praticare queste opere di misericordia forse è più importante ancora che praticare opere di misericordia che riguardano il corpo. È molto difficile perché andiamo a toccare il cuore, l’intimità dell’uomo e se non stiamo molto attenti facciamo solo dei disastri. Perché dico questo? prendete questo consigliare i dubbiosi. La prima cosa che mi viene in mente è chi è il consigliere. Mi ha sempre fatto paura il consigliere e il consigliare, perché il rischio è di consigliare male, di consigliare a proprio vantaggio, di consigliare indirizzando una persona dove vogliamo noi e non invece aiutarla a trovare gli strumenti adatti per poter scegliere. E poi c’è il dubbio, la fatica di scegliere, la fatica di prendersi responsabilità, la fatica di fare chiarezza nella propria vita. e chi può diventare bravo consigliere? Quando mi chiamano e mi dicono ho bisogno di un consiglio per mio figlio, ho bisogno di una aiuto, mi spavento. Chi sono io per consigliare? Ci vuole molta attenzione, un grande ascolto e poi molta umiltà per dire parola vere, ma cariche di tenerezza. Il consigliare i dubbiosi, non è un fatto tecnico: non riguarda la risposta secca a una richiesta su cosa fare e sul come farlo, in una determinata situazione. E’ il risultato di una conoscenza profonda, seria, partecipativa della persona che chiede consiglio: sentire l’altro nelle sue realtà, nei suoi desideri, nei suoi progetti realizzabili, nei suoi dubbi. Il consigliare è un atto di amore, di misericordia, che aiuta il fratello prima di tutto nella chiarezza della verità e quindi nella possibilità di decidere per il bene. Non voglio scadere, come ho fatto tante volte nel buon paternalismo, nella buona parola. Non voglio nemmeno scadere come ho fatto tante volte in un moralismo, che alla fine giudica l’altro. E non voglio nemmeno scadere in quella forma di consiglio che seduce, dove per sedurre intendo tenere legati a se. Un consigliere indirizza l’altro verso la pienezza della sua libertà. Quest’ opera di misericordia, al di là di conclamati casi di paternalismo e moralismo, oggi si va perdendo: non ci sono più tanti anziani disposti a dare consigli, né tanti giovani a chiederli. Ed invece mi sembra una grande opera di misericordia. Certo, io non parlo mai di consigliere spirituale, o di padre spirituale, ma di accompagnatore, cioè semplicemente sto accanto ad una persona incoraggiandolo a cercare la sua scelta e la sua vita.