lunedì 7 dicembre

di | 6 Dicembre 2020

2 Tm 2,14-21                                                                            

14 Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta. 15 Sfòrzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della parola della verità. 16 Evita le chiacchiere profane, perché esse tendono a far crescere sempre più nell’empietà; 17 la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi ci sono Imenèo e Filèto, 18 i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. 19 Tuttavia il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi, e ancora: Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore. 20 In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati ad usi nobili, altri per usi più spregevoli. 21 Chi si manterrà puro astenendosi da tali cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona.

Commento

Anche in questo brano ritornano le raccomandazioni che Paolo fa a Timoteo circa la sua vita e la sua testimonianza: lascia perdere le  vane discussioni, uomo degno, scrupoloso, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uomo  che evita le chiacchere inutili. Così si presenta la figura del discepolo e dell’apostolo. Paolo è molto preoccupato delle vane parole e indica queste cose come principio di “perdizione di chi le ascolta” (v.14), tendenti “a far crescere sempre più nell’empietà”, parola che “si propagherà come una cancrena”. Un esempio significativo di queste parole dannose è la tesi secondo la quale “la risurrezione è già avvenuta” (v.18), che significherebbe una “spiritualizzazione” della risurrezione, assimilata alle ascesi mistiche e sciolta dalla concretezza della risurrezione dei corpi. Paolo ricorda in proposito il dato storico dell’elezione alla fede: “Il Signore conosce i suoi”, e la potenza della fede nella risurrezione finale come principio di conversione morale: “Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore”; le parole vuote producono solo danni, le parole cariche di verità producono giustizia e pace. Quanto sono vere queste cose in un tempo come il nostro dove le parole sono molte volte usate male.

Preghiamo

Preghiamo per le nostre parrocchie

3 pensieri su “lunedì 7 dicembre

  1. sr Alida

    Evitare le parole e le cose vane per divenire vasi nobili resi così dall’amore del Signore.. Diffondere verità e pace. Preghiamo per le nostre parrocchie.

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  2. Elena

    Parole vane, parole vuote, parole che fanno danno… Meglio tacere, meglio osservare ed ascoltare, e forse non ascoltare neanche troppo, perché le parole vuote, sono un troppo anche per le nostre intelligenze. E fanno danno. Ieri e più che mai oggi. Chiedo il dono della giusta parola, quella parola pensata, scelta, discreta, che basa sulla verità senza ferire. Parola difficile….

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  3. MARIKA

    È vero! Quanto può fare male una parola vuota, detta solo per ferire e umiliare, a volte proprio chi ti sta accanto. Penso alle nostre famiglie e quanta fatica si fa per trasmettere parole di verità, di profondità e di concretezza; soprattutto di questi tempi. È difficile stare in silenzio ed aspettare!
    Preghiamo anche per le nostre fragili famiglie.

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