domenica 15 novembre

di | 14 Novembre 2020

33 domenica T. Ordinario – Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Commento

La parabola ci insegna l’arte della responsabilità di fronte alla vita. in particolare di questa responsabilità ne sottolineo due aspetti. Il primo, se è vero che la parola responsabilità fa riferimento alla risposta ad una domanda, perché responsabilità è rispondere, la questione è: quale è la domanda a cui rispondere. È quella sulla vita e su come traffico la mia vita. la domanda è: che ne faccio della mia vita? e la risposta non è una verità dogmatica, ma un darsi da fare ogni giorno perché la mia vita possa avere e ricevere senso e valore. Ma c’è una seconda questione che la parabola pone ed è questa:  la parabola ci ricorda che esiste il rischio di abdicare al compito di portare alla luce il Dio-dentro-di-noi, di starcene come esseri ‘malvagi e pigri’ in un atto di deresponsabilizzazione, attendendo tutto da una divinità sopra le nubi, interventista e miracolista. Non abbiamo bisogno di un dio che ci salvi dall’esterno, come stampella alle nostre insufficienze o il supplente delle nostre assenze, ma piuttosto di diventare consapevoli della forza divina che ci abita, di farla emergere, trasformandoci in essa e così nel meglio che possiamo diventare, donne e uomini fioriti. Dobbiamo credere, aver fede che il principio della vita è già dentro di noi, che tutto è già dato – al di là del nostro essere buoni o cattivi non c’è da attendersi nulla per il nostro compimento dall’esterno, ma solo aprirsi a questa luce che già riposa in noi e farla diventare forza di vita

Preghiamo

Preghiamo per tutti i malati

2 pensieri su “domenica 15 novembre

  1. sr Alida

    Diventare consapevoli della forza divina che ci abita, credere alla vita che è già in noi, aprirsi a quella luce che riposa in noi e farla diventare forza di vita. Imparando l’arte della responsabilità :rispondere… Chiedendo questo al Signore mi unisco alla preghiera per tutti gli ammalati.

    Rispondi
  2. Elena

    Credo che ognuno di noi abbia ricevuto un ricco zainetto,alla nascita. Uno zainetto pieno di ogni cosa. Sta a noi tirar fuori il meglio e farlo fruttare, sta a noi investire su ciò che vale la pena di fare crescere nella vita. Sta a noi dare un senso a ciò che siamo e a ciò che abbiamo ricevuto in dono…. Sì, è una grossa responsabilità, ma non mi viene chiesto l’impossibile, solo ciò per cui, in fondo, sono nata e sto vivendo. Allora ti ringrazio, Signore, se vuoi prendere ciò che le mie mani e la mia vita ti portano ogni giorno. E la tua gioia è la mia gioia!
    Prego con voi.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.