Siamo tutti gettati in questo mondo che ha il suo fascino e il suo aspetto tragico. Anche i giovani a loro modo vi trovano come gettati dentro. Ed è soltanto in questo gettarsi nel mondo che vi è l’iniziazione alla vita. Noi cristiano abbiamo pensato e messo a tema l’iniziazione cristiana come l’iniziazione, l’introduzione alla vita e abbiamo pensato che questa iniziazione, introduzione avvenisse in un aula di catechismo. Così mi ricordo che si chiamava e si chiama ancora il percorso che introduce ai sacramenti. Iniziazione cristiana. Niente di più vero, ma niente di più parziale e limitato. Un giovane non va iniziato, introdotto nel mondo attraverso un insegnamento, ma attraverso un cammino, una strada, una vita che ha il gusto dell’esperienza, dell’esperire, del provare. Certo cammin facendo gli intoppi, i terremoti, le fermate sono tante. Ma intanto il giovane cammina, non sta fermo in un’aula. Sappiamo che la vita, anche e soprattutto quella dei giovani è fatta di giri e rigiri, di passi avanti e di passi indietro. La prima speranza è che su questo cammino, su questa strada i giovani non si ritrovino da soli. Ricordo quando sono stato a Santiago de Compostella a piedi che ho camminato per un mese più o meno da solo, ma quanta gente ho incontrato, quanti dialoghi ho intessuto, quanti consigli utili per il cammino. Ma nessuno di queste persone si è messo davanti a me per tirarmi la volata, per indicarmi il sentiero. Ero io con i miei passi, il mio zaino, i miei pensieri. Lasciar camminare i giovani vuol dire lasciarli camminare, ma fare in modo che in maniera bella e liberante, non esasperante, in questo cammino possano incrociare noi adulti. Impossibile ignorare che noi e loro siamo compagni di viaggio, ma solo compagni, non guide alpine. A volte noi adulti e i giovani su questa strada ci perdiamo di vista, poi ci ritroviamo. Ma tutto questo è introdursi alla pienezza della vita, all’iniziazione, alla vita piena. A volte il nostro passo di adulto intralcia quello dei giovani, altre volte i giovani ci fanno perdere il fiato nel tentativo di inseguirli. Ma siamo sulla stessa strada, sulla stessa barca. I giovani sono così come li vediamo e noi siamo così come ci conosciamo, ma l’insieme armonico di queste due parti fa l’umano perfetto. Quando perdiamo di vista la strada, la comunità, il cammino, camminiamo come in città anonime. Non ci troviamo più. e allora i giovani camminano su una strada e noi camminiamo su un’altra parallela alla loro. Il segno dell’iniziazione dei giovani non è una lezione, ma un cammino, il cammino dell’uomo. E per finire, l’introduzione alla vita da parte dei giovani diventa decisiva quando è condivisa, non dal maestro con il discepolo, ma dal maestro buono e attento all’altro e dal discepolo che va per la sua strada, ma attento a capire il maestro buono. Ho qui davanti a me un’immagine di iniziazione, di introduzione alla vita che voi potreste definire ridicola, ma che io reputo affascinate. Il mio gatto faraone. Egli fa quello che vuole, sempre e ogni giorno, anche adesso che dorme sul divano. Lui cammina per la sua strada, ogni tanto torna ammaccato, ogni tanto torna sereno, ma torna sempre. Ma soprattutto il suo occhio sveglio è attentissimo a scrutare tutte le mie mosse come sta facendo adesso. Ecco il giovane va e a volte torna ammaccato, altre volte sereno, ma torna e il suo occhio del cuore è attentissimo a guardare la mia vita. Non deludiamo l’ occhio del cuore attentissimo dei giovani, altrimenti se ne andranno e non torneranno più
Grazie don molto significativa Perché ‘nessun giovane si perda, ma avrei bisogno di un consiglio per il tipo di giovane che ha tutta la possibilta’ di svegliarsi e pare abbastanza cosciente che vive da parassita e secondo me sta perdendo tempo non so se per paura o non voglia…