C’era una volta il giovedì e meno male che quello di questa settimana se n’è andato, è stato piuttosto complicato. Ma il giovedì mi regala un po’ l’idea della preparazione dei giorni che verranno. È come uno sguardo sul futuro che si apre. Anzi, adesso che ci penso, è ambivalente: è ancora uno sguardo sulla settimana, ma incomincia a farsi capolino il fine settimana. Questo è il motivo per cui il giovedì mi sa di rilassamento precoce, troppo presto penso che siamo al fine settimana ed invece ci sono ancora un sacco di cose da fare. e così sono in balia del rilassamento e dell’impegno. Che poi alla fine prevale l’impegno, perché mi dico che le cose vanno fatte in ogni caso. So di essere sconclusionato, ma cerco anche di portare a termine le mie piccole faccende quotidiane. e così anche il giovedì è giornata piena, magari con uno sguardo in avanti e una speranza per un po’ di riposo. Il giovedì è strano, faccio fatica a dargli un volto. Forse è come il dio Giano bifronte. Questa divinità romana che aveva due facce, poiché questo dio può guardare il futuro e il passato. Egli è il simbolo degli inizi dei beni materiali e immateriali. Giano veniva posto sui luoghi di passaggio, sulle soglie delle case, le porte, i passaggi coperti e quelli sovrastati da un arco, ma anche all’inizio di una nuova impresa, della vita umana, della vita economica, del tempo storico e di quello mitico, della religione, degli dèi stessi. Era come un gps del tempo. Posto agli incroci della strade, con le due facce che guardavano una da un parte dell’incrocio e l’altra dall’altra parte, andava invocato dal viaggiatore per poter scegliere la direzione giusta. Più che un gps era un atto di fiducia che oggi ci manca. Il gps ci dice tutto sul dove andare e poi io sbaglio ancora l’entrata nella rotonda. Il giovedì ha due facce, una sul passato che devo guardare, ma sul quale non mi devo fermare con nostalgia; e una sul futuro che mi dice l’orientamento per i domani. Il giovedì è un’opera di discernimento per capire dove andare nella mia vita. è la fine di un impresa e l’abbraccio della nuova impresa, è la continuità con il passato lanciato nel futuro. E’ come se la mia vita fosse sempre tesa a cercare quale orientamento prendere, quale decisione prendere, dove andare e che cosa chiudere della mia storia. Forse il giovedì è un cercatore d’oro, un cercatore di vita, tra passato e futuro. A volte il giovedì lo vorrei saltare, come voglio saltare ogni decisione. Vorrei la certezza del mio futuro, ma so che non c’è, e allora entro nel mio giovedì e mi metto a discernere per scegliere e non esiste il gps che orienta la vita. il discernimento è operazione faticosa che richiede un atto di fiducia enorme. Come il pellegrino davanti al bivio con la faccia del dio Giano bifronte da invocare e a cui affidarsi per decidere dove andare. Nella creazione il 4 giorno il creatore, Dio, ci ha regalato un qualcosa di meraviglioso per orientare la nostra vita. ecco il testo 14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni 15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: 16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. 17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra 18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. 19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno. Stelle che sono segni per le stagioni, per i giorni e gli anni, per illuminare la terra, il sole, la luna per regolare la vita, giorno e notte. E forse sole, luna e stelle sono sufficienti per orientare la nostra vita tra notte e giorno. La grande luce del giorno la piccola luce nella notte possono diventare bussole per la vita. come? Basta guardarle e lasciarsi accompagnare fin dove quella luce mi conduce…