ieri ho dato una mano a montare il tendone della parrocchia di Rosciano. A parte la stanchezza fisica che dice che non ho più 20 anni, mi è rimasta nella testa come una confusione. Bravi tutti coloro che hanno aiutato a montare il tendone, ma in me è come rimasta la confusione dei cavi, dei pali, dei bulloni, dei teli, del diritto e del rovescio. Serviva uno bravo ad organizzare il tutto. Io quando ho sentito nella mia testa questa confusione ho lasciato fare e ho fatto semplicemente il “bocia”. Quando c’è confusione vuol dire che nella testa e nel cuore tutto è mischiato insieme e quindi diventa difficile scegliere in maniera sensata. Appunto come io che vedevo nella cassetta tutte le vite e i tiranti e proprio perché non sono esperto non riuscivo a scegliere quello giusto. Meno male che gli altri erano più bravi di me. La confusione è l’incapacità di organizzare la massa di informazioni, stimoli, sentimenti che ci arrivano addosso come uno tzunami. E io sono confuso per eccellenza, pensieri, scelte, decisioni, fragilità, paure, fede, obbedienza è un bel calderone non vi sembra? Cosa fare quando c’è confusione? Il grande Alessandro Magno imperatore un giorno si trovò di fronte ad un carro legato con un nodo intricatissimo. Il famoso nodo gordiano, di Gordo. La profezia diceva che chi avesse sciolto il nodo era destinato a diventare il conquistatore di tutta l’Asia. Alessandro Magno per un po’ ci provo a sciogliere il nodo complicato, ma, non riuscendoci, decise di tagliare il nodo. Alessandro divenne grande, ma non conquistò tutta l’asia. Ecco il modo sbagliato di risolvere la confusione. Tagliare, eliminare, recide. un taglio netto. Così non si risolve niente e non si conquista niente. Ogni tanto mi rifugio nei detti dei padri del deserto, sono fantastici. Ne ho trovato uno che mi aiuta a organizzare la mia confusione (non quella del tendone) Si domandò un giorno all’abate Agatone: « Che cosa è meglio: l’ascesi corporale o la custodia della mente? ». « Gli uomini », rispose, « sono come gli alberi; il lavoro del corpo ne è il fogliame e la custodia della mente ne è il frutto: ora, tutti gli alberi che non danno frutto, sta scritto, saranno tagliati e gettati nel fuoco. In vista dei frutti, dunque, bisogna sorvegliare quello che accade in noi, vale a dire, custodire la nostra mente. Abbiamo anche bisogno dell’ombra e della bellezza del fogliame, che rappresentano l’ascesi corporale ». traduco così. In vista dei frutti: che frutti vuole regale la mia vita? custodire la mente vuol dire stare con me stesso, vuol dire guardare nel profondo del cuore, al centro del cuore, qualcuno parla di meditazione interiore. L’ascesi corporale è il vegliare sul proprio corpo, non per disprezzarlo, ma per fare in modo che il mio corpo come una vela si lasci condurre dal soffio della vita, spirito, al centro del mio cuore. Il mio corpo al centro del mio cuore per cogliere l’essenza del mio vivere e dare frutti buoni
Confusione è che quando è esterna si riesce a capire che occorre lasciar fare ,ma quando capita che la confusione è dentro di noi come dici è più difficile gestire scelte ,pensieri ,sentimenti… Necessità lasciarsi guidare del vento dello Spirito,che ridona pace .