Mercoledì 2 dicembre

di | 1 Dicembre 2015

avvento boseMichea 3,5-8

Così dice il Signore contro i profeti che fanno traviare il mio popolo, che annunciano la pace se hanno qualcosa tra i denti da mordere, ma a chi non mette loro niente in bocca dichiarano la guerra. 6Quindi, per voi sarà notte invece di visioni, tenebre per voi invece di responsi. Il sole tramonterà su questi profeti e oscuro si farà il giorno su di loro. 7I veggenti saranno ricoperti di vergogna e gli indovini arrossiranno; si copriranno tutti il labbro, perché non hanno risposta da Dio. 8Mentre io sono pieno di forza, dello spirito del Signore, di giustizia e di coraggio, per annunciare a Giacobbe le sue colpe, a Israele il suo peccato.

Commento

Provo ad interpretare questi versetti complicati. Mi sembra che in qualche modo dicano che non esiste nessuna guerra, nemmeno quella santa. Tanto meno quella fatta per interesse, per guadagno, per dominio. Nemmeno quella per motivi religiosi. La guerra è da condannare sempre. Vi è anche un altro particolare che mi sembra decisivo da sottolineare. La guerra non si deve fare nemmeno per portare la pace. Infatti la pace per essere realizzata esige un metodo pacifico. In questo senso la Parola di Dio rimane pura, libera da ogni convenienza, libera da ogni eventuale guadagno, libera e basta. La storia ci racconta che non è sempre andata così e nemmeno oggi va così, la guerra si fa per mille motivi, anche quello religioso. Forse la vera guerra santa è la liberazione dalla guerra vera, la vera guerra da combattere è quella contro ogni forma di male. Ma già usando il termine guerra da combattere contro il male sono nella logica della guerra e del male. Anche i termini hanno un loro valore e il linguaggio dice  un certo modo di essere.  Forse devo imparare a purificare anche il linguaggio, i gesti, gli atteggiamenti. Forse è bene che impari a vivere la beatitudine che dice: beati gli operatori di pace.

Preghiamo

Preghiamo per tutto coloro che operano a favore della pace.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».  Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.  Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

6 pensieri su “Mercoledì 2 dicembre

  1. sr Rita

    Ci sono profeti che fanno traviare il popolo. Profeti che parlano “in nome di Dio” quando sono sazi, quando possono ricevere la ricompensa per la loro profezia. Ma Dio non li riconosce come profeti. Dio li priva della lucidità, del dono della profezia che avrebbero dovuto usare per annunciare pace e libertà. Signore, anche per noi è facile parlare bene di te quando siamo sazi, ammirati e gratificati per quello che facciamo. Io, noi sperimentiamo talvolta la durezza di dover parlare di te a chi non è interessato né a te nè a noi. Quando il nostro annuncio pare cadere nell’insignificanza, ci chiediamo: a cosa servo? Signore, tu che sei forte, domaci la sapienza del cuore e la lucidità dell’intelletto per stare bene con quello che ci chiedi di dire e di fare.

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  2. Elena

    Rifletto sulla riflessione che fa don Sandro relativamente al linguaggio.
    Anche un linguaggio minaccioso, porta in sè germi di male. Anche un linguaggio aggressivo porta in sè germi di guerra. Penso ai miei ragazzi, con i quali a volte, è proprio difficile parlare. Penso agli alunni di scuola, sempre più sollecitati a parole pesanti, offensive, denigranti, che creano conflitto capace di degenerare…
    E rifletto sui falsi profeti, su chi spaccia per legittima la violenza per sedare la violenza. Per contro mi torna il pensiero a tutti gli operatori di pace visibili ed invisibili nella storia e lungo il cammino di ciascuno.
    Vorrei pregare allora per loro e per Patryk e la sua famiglia.
    “Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace”…
    Elena

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  3. Luca

    Rileggendo il brano mi sono soffermato sui tempi dei verbi: l’annuncio di michea è al presente, ma anche quello degli altri, e la loro condanna è in un futuro non precisato. Inoltre inizialmente vengono definiti profeti, e solo dopo indovini.
    Senza tentare interpretazioni profonde, rifletto e rilancio a tutti voi questi intrecci e parallelismi. Sembra che di partenza vi sia un dono di profezia vero, sincero sparso a piene mani su tutti, e poi ognuno ne fa quel che vuole, al punto che Israele e noi oggi siamo attorniati da profeti che ci riempiono di annunci, e tra tutte le voci è difficile sentire l’unica che, per giunta annuncia colpe e peccato.

    Signore donaci un orecchio attento e non sordo alla tua Parola.

    Buona giornata a tutti!

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  4. sr.Alida

    Mi sembra di cogliere ,che ci sono profeti per convenienza, ci sono profeti veri :riempiti di forza e giustizia ,coraggioso annuncio,uno stile di vita bello ,parole ,gesti e sentimenti a modo.Aiutami Signore a rimanere in ascolto dei veri profeti ,e quando mi chiedi qualche annuncio da portare,purifica il mio cuore, le mie parole o i miei gesti,affinchè annunci Te e non me stessa. Preghiamo per i coraggiosi operatori di pace,auitaci ad essere così.

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  5. Silvia Coter

    “ma a chi non mette loro niente in bocca dichiarano la guerra”…a chi non è capitato di ritrovarsi contro persone (che magari pensavi amici) solo perché non hai prestato consenso ai loro discorsi o progetti che a te non sembravano per nulla giusti? Cosa faccio quando il gioco si fa sporco? A me è capitato a volte di uscirne denunciando il male che vedevo, a volte di restare dentro il “gioco sporco” o non dire nulla, per paura di fare brutta figura o di essere giudicata…per paura che, come dice Michea, ti dichiarino guerra. Ma Michea ci dice qual è il vero coraggio:” annunciare a Giacobbe le sue colpe, a Israele il suo peccato”, in primis a noi stessi.
    Donaci Signore abbondanza di questo coraggio!

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  6. Anonimo

    Dopo la lettura di Michea e le parole di don Sandro, cito alcune righe di Simone Weil scritte nel mese di luglio del 1940, a guerra già iniziata:
    “al di là dei dolori personali di ogni giorno, conservare lo sguardo fisso sul dramma immenso che si svolge nel mondo; impedire che la sofferenza sia un motivo di disunione [tra francesi] a causa del malumore, della gelosia, degli sforzi meschini per ottenere un po’ più del vicino; farne invece un legame indissolubile attraverso la generosità e l’aiuto reciproco; pensare ai beni preziosi che abbiamo lasciato perdere perché non sapevamo apprezzarli, e che dobbiamo riconquistare, che dovremo conservare, di cui ora sappiamo il prezzo…”

    Parole profetiche, se anche oggi ci possiamo riflettere.

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