Lunedì 25 novembre ’19 – Lc 3,1-6
1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. 6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Commento
Luca esprime in modo particolarmente solenne l’entrata in scena di Giovanni il Battezzatore: “Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio…. Questa introduzione testimonia la vocazione profetica di Giovanni, il quale accetta di essere strumento della Parola di Dio. la sua grandezza consiste nello spogliamento di sé che lo porta a un ascolto sempre più consapevole, affinché la Parola operi in lui. E ciò avviene nella storia, all’interno del dipanarsi di eventi. Così appare in modo ancora più manifesto che è la Parola di Dio la vera protagonista: attraverso l’ascolto obbediente e l’acconsentimento di un uomo disposto a darle carne, attraverso Giovanni diventato profeta, essa può compiere nella storia eventi di salvezza, contro ogni evidenza umana. La vicenda di Giovanni si svolge nel deserto, luogo in cui è possibile semplificare la propria vita, passando attraverso il vaglio della solitudine. Giovanni, divenuto ormai voce della Parola, “percorre tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per la remissione dei peccati”. Egli chiama con forza alla conversione, cioè a ritornare a Dio attraverso un cambiamento di mentalità capace di tradursi in frutti concreti, in gesti di ogni giorno.
Preghiamo
Preghiamo per L’Italia avvolta in questo tempo burrascoso che produce disastri.
Stando davanti a Dio nel deserto ogni monte si abbassa,ogni via si raddrizza ,ogni ostacolo diventa occasione per tornare a ciò che più vale
questo avviane dentro il cuore se sono in ascolto …Mettersi nelle Sue mani così come si è e porci in quelle mani ,i nostri cari e i fratelli e le sorelle più bisognosi,mentre prego per l’Italia ,per le persone che subiscono alluvioni in questi giorni ,prego per la salute di Alessandro ,per Monica e figli ,per Carlo perchè decida di guarire la sua dipendenza …
Voce di uno che grida nel deserto…
Sembra inutile e assurdo gridare nel deserto dove nessuno ascolta. Eppure ogni evangelizzatore sente dentro l’urgenza di alzare la voce per dare un annuncio di bene. Preghiamo perché ci siano voci che continuano a gridare nel deserto delle nostre città, delle nostre chiese, delle nostre vite a volte aride e insensibili.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
È attraverso il silenzio, il deserto del cuore che si può vedere, sentire, ascoltare e percepire la presenza del Signore. Il frastuono della vita e delle cose altera la nostra capacità di orientamento. Chiediamo a noi stessi un poco di silenzio per preparare la via del Signore, prima di tutto per ripulirci da quanto ci confonde, poi , per poterci mettere in ascolto, in ricerca, in cammino fino ad incontrarlo….
Preghiamo per le vicende di quest’Italia sott’acqua, per i tanti migranti morti
ancora nel mare o sofferenti a causa dell’umana disumanità. Preghiamo per le persone che ogni giorno Ti presentiamo, Signore. Sii misericordioso e portali nel Tuo cuore…