giovedì 17 ottobre

di | 17 Ottobre 2019

Salmo 95 – CANTO DEL GRANDE INVITO

L’uomo è sempre in cammino; un cammino in avanti; e senza ritorni. Adamo è terra che sale, che ascende: creazione che arriva allo stato di coscienza. Terra che sa di cantare, quando canta; terra che si prostra e adora; oppure bestemmia.

1 Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.

2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

3 Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.

4 Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.

5 Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra.

6 Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.

7 È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
8 »Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,

9 dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere.

10 Per quarant’anni mi disgustò quella generazione
e dissi: «Sono un popolo dal cuore traviato,
non conoscono le mie vie».

11 Perciò ho giurato nella mia ira:
»Non entreranno nel luogo del mio riposo»».

Commento

Le battute iniziali «Venite, esultiamo al Signore, acclamiamo… alla Presenza (divina) andiamo cantando» hanno reso questo inno liturgico il tradizionale «Invitatorio» alla preghiera che sta all’inizio della preghiera mattutina delle lodi. Ed effettivamente questo inno è di origine liturgica, era un canto liturgico:  dopo due professioni di fede nell’azione creatrice di Dio e in quella dispiegata nella storia della salvezza, il canto si trasforma in un oracolo profetico che coinvolge l’assemblea in un duro esame di coscienza. Si evoca, infatti, l’evento centrale della fede biblica, la nascita di Israele nel deserto dopo la liberazione offerta da Dio nell’esodo dall’Egitto. Ebbene, in quegli inizi Israele ha sfoderato tutta la gamma delle sue ribellioni: il poeta cita in particolare l’episodio di Massa e Meriba narrato in Esodo 17,1-7 e in Numeri 20,2-13. Dio, allora, fu nauseato di quel popolo che pure aveva amato e la sua minaccia «Non entreranno nel mio riposo», cioè nella terra promessa, fu attuata per quella generazione ed è sospesa come nuovo giudizio per la generazione presente.  È un salmo che invita a rimanere fedeli alla promessa e all’alleanza di Dio.

Preghiamo

Preghiamo per Elena e Michele

3 pensieri su “giovedì 17 ottobre

  1. Sr Rita

    È lui il nostro Dio
    e noi il popolo del suo pascolo,
    il gregge che egli conduce.
    Sapere di essere parte di coloro di cui Dio si prende cura e che conduce con sicurezza verso acque e prati prosperosi, riempie di confidenza e pace. Prego perché tutti gli uomini scoprano questo amore che conduce.
    Un ricordo per mia sorella Suor Silviangela nel giorno del suo compleanno e per mio papà che celebra il suo compleanno in cielo.

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  2. Elena

    Il riposo di Dio…. il riposo in Dio…. quante volte ci penso nella mia vita piena di tutto. È bello pensare che un giorno ci chiamerà a riposare in Lui, dopo tanto correre, cercare, affannarsi, vivere… Allora vorrò sentire la sua voce sussurro e la potrò udire se abiteró in Lui , se avrò mantenuto l’amore e la confidenza in Lui…. È una forma di nostalgia sottile e dolce. Da Lui provengo e a Lui voglio tornare…
    Prego con voi secondo le intenzioni che portiamo nel cuore.

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  3. sr Alida

    Un cammino verso la Roccia della nostra salvezza …..nel cammino si torna ,si parte ,ci si ritrova ,alle soste ammesso che ne facciamo si riposa ,è bello appartenere a Qualcuno che si prende cura e che ci accoglie sempre per riposare ….mi unisco alla preghiera per Elena e Michele ,per sr Silviangela e papà ,per le intenzioni del nostro cuore . Perchè il Signore porti nella Sua pace i morti in mare ,per le situazioni più precarie di questo mondo …per il sinodo di Amazzonia .

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