2 «Alzati, va’ a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me». 3 Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s’imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore. 4 Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. 5 I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente.
Commento
Riprendiamo il nostro commento del profeta Giona. E continuiamo a farlo avendo sotto gli occhi quello che è successo a Parigi in questi giorni. Dio chiede a Giona di andare a Ninive, la città del grande impero che opera il male, la città che vuole conquistare Gerusalemme. Giona deve predicare. Dio non chiede a Giona di annunciare la distruzione della città, ma di proclamare che la loro malizia, il loro male è salito fino a Dio. Giona prende la strada opposta, quella che sta dall’altra parte. Invece di andare a Ninive, va a Tarsis, passando per Giaffa. Da un luogo di predicazione, Ninive ad un luogo di vacanza, Tarsis. Ma questo non è ancora sufficiente. Giona, non soltanto non va a Ninive, non fa quello che il Signore chiede, ma sulla barca si mette nel punto più lontano e, mentre vi è la tempesta, lui dormiva profondamente. Non è ancora il punto più lontano da Dio, ma già questo ci fa capire la riluttanza di Giona a compiere la sua missione di profeta. Come siamo lontani da tutti i grandi profeti che denunciano l’ingiustizia contro i potenti. Qui abbiamo a che fare un pover uomo, forse spaventato, forse incapace di comprendere le parole del Signore, o forse semplicemente è un uomo che della sua vita vuole fare quello che lui solo ritiene giusto. Comunque le sue scelte iniziali lo portano lontano da Dio. Non mi sento di condannare Giona per il suo comportamento, perché anche io tante volte cerco il luogo più lontano da Dio, pur di non prendermi le mie responsabilità e mi sento come uno che vuole solo dormire quando il mare della vita è in tempesta. Non è pover uomo Giona, ma è povero uomo l’uomo che si nasconde, che è bloccato dalla paura
Preghiamo
Signore disarmali e disarmaci (Da un testo dei monaci di tebhinire in Algeria)
Dal vangelo secondo Luca
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Cosa significa per me , oggi, con quello che sta succedendo nel mondo,questo invito-ordine che Dio rivolge a Giona:” Alzati e va ad annunciare….” Cosa possiamo annunciare all’ISIS, ai terroristi, alle famiglie delle vittime, a chi deve prendere decisioni in conseguenza dei fatti che accadono? Faccio fatica a rispondere. Il Vangelo, cioè Gesù, ha una risposta che in queste situazioni pare assurda. Signore insegnaci a credere alla forza della conversione, del perdono, della vita che continua, della speranza che si radica anche nel dolore più atroce.
Per la prima volta nella mia scuola, si è deciso di incontrarci TUTTI INSIEME per un momento di preghiera e di silenzio. E stranamente, proprio oggi, non mi vengono le parole giuste per spiegare ai bambini, a tutti i bambini della scuola, i fatti di venerdì. E spero che non tocchi a me parlare a tutti. Credo di essere inadatta, oggi…
Giona, mi sento come Giona, di fronte ad una cosa tanto più grande di me….
So come affrontare le cose con i miei ragazzi di quinta. Lo abbiamo sempre fatto e non è passato evento che non raccogliessimo il coraggio per guardarlo in faccia e scrutarne gli aspetti umani, storici, economico-politici, manipolatori….
Ma di fronte all’inspiegabile, che parole usare? Viene davvero voglia di dormire un lunghissimo sonno e svegliarsi a cose passate, sistemate e risolte. Viene voglia di scappare da responsabilità necessarie e tanto più grandi quanto più irrazionalmente motivabili….
Prego il Signore, per il dono della giusta parola, quella della compassione per tutte queste vite spezzate, su tutti i fronti.
Prego il Signore perchè mi metta in bocca le parole di speranza che sento nel cuore, nonostante tutto, e mi dia la capacità di continuare a mostrare il cielo, a questi ragazzi che ancora non sanno volare, ma che presto spiccheranno il volo…..
Elena
Gesu’ Figlio di Davide abbi pietà di me! Sento di gridare come il cieco ,perchè non ho coraggio ed ho paura..come Giona .Solo con il salmo 73 che mi trovo tra mano oggi ,chiedo al Signore per le vicende dolorose di questi giorni :”fino a quando , O Dio , insulterà l’avversario,e il nemico disprezzerà il Tuo nome? Eppure Dio ,Sei nostro re dai tempi antichi hai operato la salvezza nella nostra terra. Aumenta la nostra fede nella forza, speranza e pace che solo Tu puoi dare .Nel cuore di ognuno e nel mondo.
Tristezza, rabbia, sgomento, paura, impotenza…davvero mi verrebbe voglia di rintanarmi a dormire sotto il piumone finché questi sentimenti cessino e lascino di nuovo spazio alla speranza, all’idea di un mondo dove regni la pace, dove si possa vivere come fratelli.
Prego perché nel mio cuore rimanga accesa la fiammella di bene che qualcuno cerca di spegnere….come il lumino che ieri sera debolmente illuminava la mia finestra, come a dire a chi passa “qui la speranza è ancora accesa”.
Buona giornata a tutti.