Gb 3,14- 26
[14]con i re e i governanti della terra,
che si sono costruiti mausolei,
[15]o con i principi, che hanno oro
e riempiono le case d’argento.
[16]Oppure, come aborto nascosto, più non sarei,
o come i bimbi che non hanno visto la luce.
[17]Laggiù i malvagi cessano d’agitarsi,
laggiù riposano gli sfiniti di forze.
[18]I prigionieri hanno pace insieme,
non sentono più la voce dell’aguzzino.
[19]Laggiù è il piccolo e il grande,
e lo schiavo è libero dal suo padrone.
[20]Perché dare la luce a un infelice
e la vita a chi ha l’amarezza nel cuore,
[21]a quelli che aspettano la morte e non viene,
che la cercano più di un tesoro,
[22]che godono alla vista di un tumulo,
gioiscono se possono trovare una tomba…
[23]a un uomo, la cui via è nascosta
e che Dio da ogni parte ha sbarrato?
[24]Così, al posto del cibo entra il mio gemito,
e i miei ruggiti sgorgano come acqua,
[25]perché ciò che temo mi accade
e quel che mi spaventa mi raggiunge.
[26]Non ho tranquillità, non ho requie,
non ho riposo e viene il tormento!
Commento
Ecco la seconda parte del primo sfogo di Giobbe che si conclude con: non ho tranquillità, non ho requie, non ho riposo e viene il tormento. I discorsi più alti e veri che si levano dalla terra sono quelli dei poveri, le cui carni ferite contengono una verità che i trattati dei professori non possono conoscere. È la verità di Giobbe, che dà forza ai suoi discorsi di maledizione e di imprecazione. Le sue grandi domande senza risposta sono molto più convincenti e vere delle risposte senza grandi domande degli esperti del suo tempo e del nostro. Se oggi fossimo capaci di ascoltare le domande, spesso mute, dei poveri feriti dalla vita e dalle nostre strutture di peccato, potremmo avere qualche barlume di luce per rischiarare le tante crisi del nostro tempo, che non capiremo finché non reimpareremo a leggere le parole incise nella pelle delle vittime. Inizieremo a leggere e a commentare le parole che gli amici diranno a Giobbe. Purtroppo saranno parole che non arrivano al cuore del problema.
Preghiamo
Preghiamo per Anna
Perché dare la luce a un infelice
e la vita a chi ha l’amarezza nel cuore,
[21]a quelli che aspettano la morte e non viene,
che la cercano più di un tesoro,
[22]che godono alla vista di un tumulo,
gioiscono se possono trovare una tomba…
Si scende sempre più nel baratro, e cresce lo sgomento e il silenzio
Di fronte a questo mistero di sofferenza e ferite che avvolge i poveri ,sorgono domande ,cerco di stare in silenzio ,e di comprendere ciò che possa essere la risposta di cura che mi chiede il Signore….preghiamo per Anna e per chi nella vita è più colpito dalla sofferenza .
Poveri, soli, malati,disperati… è la condizione di molti che non trovano consolazione…. Signore, prego per Anna, per Giuseppe, per Giovanna, per Caterina, per Franco e per tutti i Giobbe che soffrono nell’oscurità, nella solitudine, nella disperazione…