14 domenica t.Ordinario – dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Commento
Il brano può essere descritto come una strada da seguire nel tempo della crisi. All’inizio della sua vita pubblica, lungo il lago di Galilea, Gesù ha suscitato parecchi entusiasmi e ha avuto un notevole successo; presto però sono cominciati i conflitti, le incomprensioni e le ostilità. Con lui è rimasto soltanto un gruppo sparuto di discepoli appartenenti alle classi più povere e disprezzate della società giudaica. In generale tutto il capitolo 11 de vangelo è segnato da incomprensioni. Sicuramente Gesù non è uomo di grande successo. Che fare quando le cose vanno male e si resta soli? Forse noi avremmo trovato soluzioni nuove, oppure ci saremmo un po’ rassegnati. Gesù prega e in questa preghiera trova la soluzione. Potremmo chiamare questa soluzione l’affidamento del piccolo e non la sapienza e l’intelligenza del grande. Gesù si presenta come mite ed umile di cuore. Sono i termini che troviamo nelle beatitudini e che non indicano i timidi, i mansueti, i tranquilli, ma coloro che sono poveri e oppressi, coloro che, pur subendo ingiustizie, non ricorrono alla violenza. A tutti questi poveri della terra Gesù dice: io sto dalla vostra parte, sono uno di voi, anch’io sono povero e rifiutato! Ecco come uscire dalla solitudine e dall’insuccesso: Dio ha scelto di stare dalla parte dei poveri e dei falliti. Il brano del vangelo di oggi è motivo di riflessione sia personale che comunitaria. Qual è il Dio in cui crediamo: è quello dei “sapienti” o quello rivelatoci da Gesù?
Preghiamo
Preghiamo per tutti i profughi
Venite a me…voi tutti che siete stanchi e oppressi …questo invito dolce e solenne rivolto
a chi è piccolo e fragile ,Gesù loda il Padre in momenti un pò duri per la sua vitaconsola la mia povera vita ,imparate da me ,così nulla può essere pesante..,imparare la mitezza e l’umiltà del Signore dalla vita da chi è piu povero di noi questo è ciò che importa ..Mentre mi unisco alla preghiera per tutti i profughii ,una preghiera per mio zio Beniamino che il Signore ha portato con sè stasera.
Gesù invita gli oppressi e gli stanchi a trovare ristoro in lui. Poi subito dice: prendete su di voi il mio giogo. Sembra assurda questa parola di Gesù e contradditoria. Ma il giogo di Gesù è l’offerta di un compagno di cammino , di lavoro, che vuol condividere la fatica e la stanchezza . Signore offrici questo gioco e fa che ne apprezziamo l’importanza Prego per o zio di Sr Alida che riposi in Gesù.
Mi piace molto questo brano della Parola. Penso a quante volte sono stata stanca e mi sono sentita oppressa, semplicemente dalle cose di sempre, da relazioni complesse. La preghiera di Gesù, ed il suo invito sono pieni di speranza, soprattutto per i più fragili, i disperati, per chi ha perso ogni altra opportunità, spesso per me, non sapiente ma piccola in tutta la mia vita e alla ricerca di un riposo dell’anima.
Mi unisco alla preghiera comune, per Beniamino, per i profughi e per i poveri e i disperati!