liberazione

di | 18 Marzo 2025

Il giubileo della bibbia mette come una delle condizioni chiave la liberazione di schiavi e prigionieri. La stessa cosa succede con il giubileo della speranza indetto da papa Francesco. Ho sempre collegato la parola deportazione a una deportazione di popoli resi schiavi. Alla deportazione degli ebrei nei campi di sterminio, alla deportazione di popoli relegati negli angoli più remoti delle nazioni. Qui penso alla deportazione degli indiani d’America nelle riserve indiane. E ho sempre pensato alla deportazione degli schiavi. Ma soprattutto ho sempre collegato queste vicende ad un tempo passato, di cui far memoria per non ripetere più gli stessi errori. Rimangono allibito, per non dire stordito quando vedo le immagini delle deportazioni di ieri. Si proprio di ieri. E di un presidente che se ne infischia delle leggi e dichiara di voler deportare tutti coloro che sono dichiarati non graditi. Per rispetto a queste persone non metto la foto che li descrive ammanettati, rasati e via dicendo. Se qualcuno ha visto la foto non può non pensare alle foto che vedevamo degli schiavi d’America e tutto questo anche se la legge lo vieta e se i diritti sono calpestati. Non sto a svolgere tutto il tema di come ogni legge e ogni diritto viene calpestato. Mi interessa solo notare con grande dolore che la parola deportazione che avevo messo da parte nella mia testa è tornata di prepotenza a girare come parola determinate per la sicurezza. Deportare per essere sicuri. Mi domando dove è finito il giubileo che poneva come una delle condizioni la liberazione degli schiavi. Oggi non si libera, si dichiara la deportazione. E anche in Italia qualcuno parla di deportazione per migranti.

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