Che cosa possiamo aggiungere ancora a queste parole che abbiamo commentato? Abbiamo parlato di fermarsi, di tacere, di ascoltare, di guardare che cosa ci rimane nella bisaccia delle parole che dicono come si possono fermare i pensieri che schizzano via nella mente? Perché proprio da qui noi eravamo partiti. Da questo schizzar via dei pensieri nella mente e non riuscire a trovare il modo di stare nel profondo silenzio del nostro cuore. Io credo che abbiamo ancora una parola, la più grande di tutte, la vetta a cui tendere per riuscire a dichiarare che sto con il profondo del mio cuore. Questa parola da estrarre dalla bisaccia è la parola contemplazione. Io qui mi arrendo perché non ho molto di contemplativo. Anzi no, anche se non sono un contemplativo mi cimento in una mia riflessione breve proprio su questa parola. Ritengo che tale parola non è da affibbiare ad un monaco o una monaca che se ne sta tutto il giorno in preghiera. la contemplazione non è di chi prega tanto e raggiunge vette di preghiera uniche. Certo che per contemplare devo esercitarmi nell’arte del dialogo con Dio. ma qui si tratta di un dialogo particolare: è un dialogo cuore a cuore con il mio cuore, con il cuore di Dio e con il cuore del mondo. un dialogo fatto di fiducia, di abbandono, di uno stare alla presenza di dio. ritengo che l’arte della contemplazione è per tutti coloro che vogliono intraprendere questa via e che vogliono in qualche modo imparare a guardare il mondo con gli occhi di Dio e a consegnare in un grande atto di fiducia il mondo a Dio. guardo il mondo con gli occhi di Dio, consegno il mondo a Dio in un atto di fede. Qui tutti possono accedere a questa arte del contemplare. Per spiegare questa parola potevo usare la parola meraviglia, stupore, gratitudine. Dopo tante riflessioni ho scelto la via del guardare il mondo con gli occhi di Dio e della consegna del mondo a Dio.